È di pochi giorni fa la notizia di un bambino spagnolo in gravi condizioni per difterite, è il primo caso dopo 30 anni. La difterite è una malattia quasi scomparsa nei Paesi moderni grazie alle norme di igiene ed ai vaccini che mieteva molte vittime negli anni passati e per questo probabilmente è poco conosciuta. Si tratta di una malattia causata da un batterio, il Corynebacterium diphtheriae che può colonizzare diversi organi umani ma tende a concentrarsi sulla laringe. Questo batterio produce una sostanza tossica che localmente ed a distanza causa gravi danni.
Oltre alle complicazioni a distanza (che possono essere lievi o gravi, la forma cutanea ad esempio produce sintomi importanti) un tipico segno della malattia di tipo respiratorio è la formazione di membrane molto tenaci (sono il risultato della tossicità del batterio) a livello della laringe ed è questa la causa di uno dei sintomi più brutti e che chi ne è affetto ricorderà per sempre. Queste membrane (molto dense ed aderenti) causano gravi difficoltà respiratorie e vere e proprie crisi di soffocamento, tanto che in alcuni casi il decorso è davvero drammatico e può portare alla morte per asfissia, altri sintomi come febbre, dolori e stanchezza sono molto comuni, possibili anche alcune complicanze, soprattutto renali e cardiache. In genere comunque, se si passa la fase acuta, la malattia non causa importanti conseguenze. L’unico modo per prevenire la malattia è la vaccinazione.
Il caso spagnolo è molto importante proprio perché rappresenta il ritorno di una malattia che alle nostre latitudini sembrava ormai un ricordo, anche in Italia, l’ultimo caso di difterite pediatrica, risale al 1991 quando la malattia colpì una bambina che poi morì. Il bambino spagnolo, 6 anni, è attualmente in gravi condizioni, ricoverato in rianimazione a Barcellona è sottoposto a terapia antibiotica e “antitossina” (un antidoto alla tossina del batterio) e, per la presenza di insufficienza renale causata dalla malattia, è attualmente sottoposto anche a dialisi. Il piccolo non era stato vaccinato per la malattia per scelta dei genitori, sua mamma è una fisioterapista che pratica omeopatia in una clinica cittadina. Ora in Spagna è quasi psicosi (esagerata, un caso è un campanello di allarme, non un’epidemia) e si parla già di “isteria collettiva” con uffici vaccinali presi d’assalto dai genitori.
Un altro dato interessante è quello legato proprio all’antitossina difterica. Proprio la quasi scomparsa della malattia in Europa, ha indotto gli Stati a non prendere particolari precauzioni, anche perché con un’adeguata copertura vaccinale, la sicurezza della popolazione era sufficientemente assicurata. Per questo motivo sono pochissimi gli Stati che posseggono dosi di antitossina. Nel caso spagnolo è successa la stessa cosa e per questo motivo il Ministero della Salute ha dovuto richiedere le dosi di antitossina all’estero, in particolare in Russia, dosi che sono arrivate e somministrate immediatamente. L’antitossina è fondamentale nel trattamento della malattia. In Italia abbiamo una buona copertura vaccinale ed il vaccino antidifterite è contenuto nell’esavalente. Negli altri Stati europei la situazione è simile, pochi casi e buona copertura vaccinale. L’ultima epidemia importante in regioni vicine alla nostra successe in Russia quando, per via della crisi sociale degli Anni Novanta, buona parte della popolazione non fu vaccinata, questo causò più di 150.000 casi di difterite con 5000 morti per malattia (in 10 anni).
Il caso spagnolo sembra quindi quasi un viaggio nel tempo ma in realtà è solo una conseguenza naturale degli eventi, virus e batteri ci circondano e non fanno sconti. Finché esiste un solo caso al mondo di qualsiasi malattia, anche se rara, questa non potrà essere considerata scomparsa e lo stesso vale per malattie come la poliomielite, vicina all’eradicazione ma ancora esistente. Al contrario, una malattia che mieteva vittime e sofferenze come il vaiolo, oggi è scomparsa dal nostro pianeta e si tratta dell’unica malattia umana eradicata dalla medicina. Un risultato spettacolare che ci ha consentito di evitare dolore e dispiaceri e che dobbiamo tenere presente anche come monito per le future generazioni e per garantire ai nostri figli una vita libera dalle sofferenze, almeno noi che possiamo. Una conquista non va perduta ma rafforzata.