Ravenna esce a riveder le stelle. Si apre il 4 giugno la 26esima edizione del Ravenna festival, dedicata a Dante Alighieri, nei 750 anni dalla sua nascita. Ad aprire la kermesse è stato il concerto sinfonico al Pala De André, con Zubin Mehta sul podio a dirigere l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, per un programma classico-romantico aperto dall’ouverture ‘Leonore n.3’ di Beethoven. Danza, musica e arte: il festival animerà la città che custodisce le spoglie di Dante e l’intera sua provincia fino al 27 luglio. Tra gli ospiti, spiccano le presenze di Roberto Vecchioni, Nicola Piovani ed Elio Germano. La ricorrenza della nascita di Dante segna l’incipit di un viaggio artistico lungo sette anni, che si concluderà nel 2021, anno del VII centenario della morte del poeta. “Dante – scrivono gli organizzatori del festival – è un poeta del futuro”.
La basilica di San Francesco; accanto, un piccolo tempio neoclassico che custodisce un sarcofago di età romana, il riposo eterno di Dante. Tutt’intorno, rivestita di marmi e di stucchi, una città che lo tiene dentro sé come fosse il segreto della sua modernità. Nei 750 anni dalla nascita del Sommo Poeta, il Ravenna Festival – sotto la direzione di Cristina Mazzavillani Muti, Franco Masotti e Angelo Nicastro – ricomincia dalla vita nuova, dal paradiso dantesco.
“L’amor che move il sole e l’altre stelle” è il titolo affidato all’edizione di quest’anno, verso finale dell’ultimo canto del Paradiso della Divina Commedia, riportato alla luce anche da Roberto Benigni in aula al Senato lo scorso maggio. Ma lunga per Dante fu la via per giungere a quelle ultime stelle: un tuffo di testa e profondo nelle crepe della vita umana, attraversando la tortuosa avventura degli uomini di passaggio nell’esistenza.
Con spettacoli di musica, danza, arte e cultura, il Ravenna Festival si propone quindi di ricalcare la vastità dell’esperienza e dei linguaggi umani.”L’approccio che vogliamo adottare – scrivono gli organizzatori – vede Dante come poeta del futuro e che nello stesso tempo diventa davvero ‘uno di noi’, che molto si avvicina al Dante everyman ipotizzato da Ezra Pound“.
Dopo l’inaugurazione di Zubin Mehta, la kermesse proseguirà venerdì 5 giugno, alle 20:30 al teatro Alighieri, proprio con ‘L’amor che move il sole e l’altre stelle’. L’opera, commissionata al compositore Adriano Guarnieri, attinge alla terza cantica della Commedia e dà la cifra della modernità dantesca, configurando un nuovo poema della luce e del suono grazie all’uso del live electronics, dell’ immagine digitale e del light designing.
Sempre nella dimensione del mixed media si muove la composizione ‘Divina.com’ di Daniele Lombardi, giocata sulla vocalità di David Moss. L’opera, in programma il 12 giugno alle 21 al teatro Alighieri, ripercorre sonoramente l’itinerario tracciato dalle lapidi dantesche disseminate a Firenze, città natale di Dante, “madre di poco amore”. Con ‘Vita Nuova’, sabato 6 giugno alle 21 al Pala De André, il premio Oscar Nicola Piovani si è ispirato ai molteplici significati che assume l’amore per Dante, a partire dall’amore per Beatrice, con le voci di Elio Germano e della soprano Rosa Feola. Domenica 14 giugno, sarà poi la volta di Roberto Vecchioni, sul palco del Pala De André alle 21, affiancato, in un concerto-ritratto, dai giovani musicisti dell’Orchestra Cherubini.
Il festival scalerà anche le note dei pentagrammi di Mozart e Schumann, eseguite dal Pacific Quartet Vienna, l’1 luglio, alle 21.30 ai Chiostri della Biblioteca Classense. A seguire, il 2 luglio, andrà in scena all’Alighieri la prima italiana di The Car Man, variante della Carmen di Bizet, ideato dal coreografo Matthew Bourne e sostenuto dall’Arts Council England. A chiudere la kermesse, lunedì 27 luglio, sarà Riccardo Muti che, al teatro Alighieri, introduce i direttori della sua prima master class sulla direzione d’orchestra.