Niente Android Auto e nemmeno Apple CarPlay. Ford non vuole che i due colossi dell’informatica prendano possesso dei sistemi di infotainment delle proprie vetture e, di conseguenza, dei dati relativi a guidatori e proprietari che diventeranno sempre più preziosi per qualsiasi tipo di offerta commerciale. Anche Toyota la pensa allo stesso modo, così è nata un’alleanza inedita che va controcorrente rispetto al resto delle Case automobilistiche. Niente piattaforme differenziate e fornite da soggetti terzi, ma un unico software open-source a cui i costruttori stessi possono dare il loro contributo. L’obiettivo è sempre quello di integrare nel migliore dei modi i dispositivi personali con le funzionalità messe a disposizione da ogni singola auto, dai comandi vocali alla navigazione passando per lo streaming di contenuti musicali, e la SmartDeviceLink – questo è il nome della nuova piattaforma – è pensata per farlo con una certa semplicità.
La ricerca di un partner forte è dettata dalla necessità di condividere i costi di sviluppo. “Per noi ogni aspetto dell’esperienza all’interno delle nostre auto è fondamentale e siamo contenti che chi la pensa come noi voglia darci una mano”, ha dichiarato Don Butler, Responsabile della connettività e dei servizi a bordo Ford, lasciando intendere l’importanza della questione economica. Il coinvolgimento di Toyota, inoltre, non è per nulla casuale visto che i due costruttori hanno parecchie affinità, a partire dal fatto che sono gli unici tra i grandi gruppi ad affrontare la maggior parte del mercato mondiale con un singolo marchio. Questo significa che una volta messo a punto un sistema che funziona bene, si può usare in tutte le auto nel mondo, senza pensare troppo a differenziare hardware e software per ogni singolo brand (si pensi a quanto è più complessa la situazione per General Motors o il gruppo Volkswagen). Tuttavia, farcela da soli è comunque impossibile ed è per questo che Ford e Toyota hanno scelto di seguire la filosofia dell’open source e di affidarsi alle community di sviluppatori, consapevoli del fatto che sarà importante stimolarli a dovere per far sì che si occupino dl settore automotive.
Già il sistema Ford SYNC attuale, del resto, utilizza il software AppLink che serve proprio a “duplicare” le applicazioni su vari dispositivi (non solo in auto): il nuovo SmartDeviceLink ne rappresenta l’evoluzione dedicata alle quattro ruote. Il progetto open source con software gratuito ha partner di spicco come Facebook, Pinterest e Spotify; l’approccio è molto paratico ed essenziale perché il singolo smartphone viene bypassato e il software comunica solamente con le app, superando in un colpo solo il problema della lingua – utilizza quella presente nel software dell’auto – e quello dell’anzianità del sistema operativo. Al contrario delle piattaforme di Apple e Google, infatti, non serve avere le versioni più aggiornate affinché “l’accoppiamento” funzioni. A oggi la tecnologia SYNK è già presente su 5 milioni di veicoli Ford che circolano negli Usa, in America Latina, in Europa e in parte dell’Asia; entro la fine dell’anno sarà disponibile anche in Nuova Zelanda, a Taiwan e in Thailandia, e l’elenco dei Paesi “connessi” è destinato a crescere.