Il capo della Polizia, Alessandro Pansa, d’intesa con il ministro dell’Interno Angelino Alfano, ha chiesto al ministro della Giustizia Andrea Orlando “di valutare eventuali profili disciplinari” nei confronti del sostituto procuratore generale di Genova Enrico Zucca, uno dei magistrati che sostenne l’accusa nei processi per i fatti della Diaz e che domenica, in un un intervento alla Repubblica delle idee avrebbe dichiarato che dopo il G8 di Genova la polizia non è guarita e che teme “ancora una nuova Diaz“.
Di quei fatti – così Repubblica riferisce le parole del magistrato – ci sarebbe stata un’”immediata negazione, forse anche perché, bisogna riconoscerlo, è un trauma enorme”, e a questo è seguita “la totale rimozione“. Un fenomeno a suo dire “endemico e strutturale” in tutti i corpi di polizia ma, a suo giudizio, “se i corpi di polizia stranieri studiano questo fenomeno, allo stato attuale la polizia italiana ancora oggi rifiuta di leggere se stessa”.
Il sindacato di polizia Siulp, ha definito le parole di Zucca “inutili, dannose e offensive all’immagine della Polizia di Stato. Sentire, dopo 14 anni dai fatti e se le dichiarazioni riportate sulla stampa odierna non verranno smentite, che il pm Zucca, per i fatti del G8, dica che ancora oggi è necessario emanare delle leggi per ‘costringere la Polizia’, ovvero i poliziotti, ‘ad essere fedele alla Costituzione’ – afferma in una nota il segretario del Siulp Felice Romano che ha sollecitato a sua volta un intervento del ministro – è ingeneroso, poco istituzionale, inutile e persino dannoso all’intera immagine dell’Istituzione Polizia di Stato, dell’intero Paese e anche delle migliaia e migliaia di poliziotti onesti e corretti”.
Il magistrato del resto si era espresso con toni simili già nello scorso aprile in una intervista al Corriere della Sera a margine della condanna di Strasburgo per i pestaggi nella scuola e dell’apologia di quei comportamenti postata da un poliziotto su Facebook, accompagnata da frasi di sostegno e contro lo stesso Zucca. “Non mi scandalizzo per quelle frasi – aveva detto in quella occasione – tantomeno per gli insulti rivolti a me. Sono concetti che il vertice della nostra Polizia ha sempre espresso in questi anni”.