“Ora combatteremo contro il Presidente nello stesso modo in cui il PYD (la minoranza curda in Siria, ndr) combatte contro l’ISIS - ha detto il leader di Hdp Selahattin Demirtas dopo lo spoglio delle schede - Abbiamo infranto il sogno di Erdogan di cambiare la Costituzione: questo non è un complotto, ma è quello che vogliono i Turchi"
“Siamo l’HDP e siamo in Parlamento”. E’ questo lo slogan che viene ripetuto allo sfinimento da Selahattin Demirtas nella sede del partito filo curdo nella sala ‘Cezayir Toplanti Salonu‘, in centro città. Con il 97% dei voti scrutinati, l’HDP ha raggiunto il 12,80% conquistando così 82 deputati in Parlamento. L’Akp, partito di Erdogan, ottiene il 40,8% -contro il 49% del 2011- e avrebbe in Parlamento solo la maggioranza relativa di 255 deputati su 550. Oltre ai curdi, anche gli ultra-nazionalisti di Devlet Bahceli, l’MHP, hanno ottenuto un ottimo risultato passando al 16,5% con 82 seggi, 32 in più del 2011.
Canti da stadio, slogan, caroselli di auto: è l’atmosfera che si respira in centro città, soprattutto nelle vicinanze del quartiere generale del partito HDP, a Tarlabasi, zona popolare di Istanbul. Selahattin Demirtas prende la parola dal palco, e con voce ferma e orgogliosa annuncia : “E’ la vittoria di tutta la coalizione di sinistra che si riunisce sotto il nostro simbolo”. Il suo discorso non ha pause, è un fiume in piena: “Ha vinto la democrazia: in questo Paese non permetteremo mai ad Erdogan di cambiare la Costituzione- a suo piacimento- con l’unico scopo di aumentare i suoi poteri.”
Il leader dell’HDP, nel commentare i risultati, è molto chiaro e sintetico: “Hanno vinto le donne; Ha vinto il rispetto per le persone: per le loro diverse credenze, abitudini, tradizioni e religioni; hanno vinto tutti coloro che credono nella uguaglianza tra i sessi. Noi tutti esistiamo e abbiamo tutti gli stessi diritti.” Il ritornello che viene ripetuto più volte è: “La Turchia ha oggi sostenuto il nostro partito. La Democrazia ha vinto”. Per quanto riguarda il lavoro che faranno in Parlamento, il leader del partito filo curdo rimane vago, ma mette in guardia il Presidente: “Noi combattiamo per cambiare le cose democraticamente – come abbiamo detto più volte in piazza in questi ultimi mesi”. Poi alza il tono di voce, ed esulta, con un evidente ghigno di soddisfazione: “Abbiamo infranto il sogno di Erdogan di cambiare la Costituzione: questo non è un complotto, ma è quello che vogliono i Turchi”.
Demirtas usa incessantemente la parola ‘democrazia’ che, secondo lui, è la verrà protagonista di queste elezioni: “Tutti i fratelli turchi devono vivere insieme e questo risultato politico è un riconoscimento importante per tutti noi.” Nel suo concitato discorso, non dimentica di nominare Abdullah Ocalan, vera anima del partito: “questo uomo rappresenta una grande parte di questa vittoria. Spero che ci supporterà ancora e sempre.” Infine rivolge una parola di ringraziamento ai volontari che hanno controllato che non ci fossero irregolarità durante lo spoglio “sono i nostri angeli custodi: hanno protetto i nostri voti”. Diversi gli affondi contro Erdogan: “Ora l’HDP combatterà contro il Presidente nello stesso modo in cui il PYD (la minoranza curda in Siria) combatte contro l’Isis. Tutti coloro che sono stati in qualunque modo colpiti o danneggiati da Erdogan oggi possono finalmente gioire”.
L’entusiasmo tangibile di chi sostiene il partito dei curdi non convince, però, molti analisti politici che vedono nel risultato delle elezioni anche un evidente rafforzamento del partito ultra nazionalista, l’MHP. Non è escluso che il partito di Erdogan, l’AKP, possa formare una coalizione con l’Mhp, spiega a IlFattoQuotidiano.it Sertac Tumtas, ricercatore del centro di ricerca turco, Samer: “Con l’aiuto del partito ultra nazionalista, Erdogan potrebbe ancora raggiungere il suo obiettivo, quello di cambiare la costituzione, come ha preannunciato più volte”.
Tra i vari scenari politici sul tavolo, ci sono anche le elezioni anticipate, ma in quel caso, secondo il ricercatore, il perito di Erdogan giocherebbe, a fatica, tutte le carte a sua disposizione per tentare nuovamente di ottenere la maggioranza dei seggi. “non so se convenga ad Erdogan andare a nuove lezioni anticipate. Un dato chiaro che emerge oggi è che il suo partito si è indebolito, rispetto al passato.” Su questo argomento, il presidente del partito curdo ad Istanbul, Cesym Soylu, non nasconde una certa preoccupazione: “L’AKP può fare una coalizione con qualsiasi partito, non è un nostro problema. Oggi non è l’argomento principale, anche se la loro alleanza con gli ultra nazionalisti è sicuramente tra le ipotesi sul tavolo”. La seconda ipotesi, conclude Soylu, è che il partito di Erodgan possa cercare appoggi da deputati fuori dal suo partito: “Non penso che questo sia una canale che riesca a percorre con facilità, a meno che non faccia giochi sporchi, ma tutto è possibile. Sicuramente dovrà cercare un modo per governare, altrimenti, come ultimo scenario, ci potrebbero essere le elezioni anticipate tra qualche mese.”
Nel frattempo, centinaia di sostenitori dell’Hdp, si sono radunati in centro città, nei pressi di Taksim, per festeggiare l’entrata in parlamento del partito filo curdo. Il coro che si ripete con più veemenza recita: “Oggi ha vinto la democrazia. Una nuova pagina si sta scrivendo nella Storia del nostro Paese”.