Mormorii e fischi contro il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, dalla platea dell’assemblea annuale di Confcommercio, tenutasi a Rho. L’esponente del governo Renzi sin dall’incipit del suo discorso commette una piccola gaffe, chiamando “Carletto” Carluccio Sangalli, il presidente dell’associazione e della Camera di Commercio di Milano. Le contestazioni esplodono quando Guidi sciorina i risultati raggiunti dal governo nell’ultimo anno: “Mesi fa eravamo un po’ tutti timorosi nell’usare questa espressione, ma credo che ormai si possa dire: la recessione è alle spalle. E’ arrivato il momento della ripresa”. Il ministro, dopo alcune contestazioni, puntualizza: “Conosco benissimo i vostri sacrifici negli ultimi anni. E certamente questa vostra fatica e questi vostri sacrifici sono gli stessi che il governo ha messo negli ultimi mesi e che continuerà naturalmente a mettere anche per il futuro”. La Guidi non demorde e prosegue il suo invito all’ottimismo, senza sortire alcun effetto positivo. Le proteste e le interruzioni dei commercianti, infatti, si intensificano quando menziona l’Expo e i provvedimenti del governo Renzi: “La missione che ci siamo dati può sembrare quasi troppo semplice: far funzionare il Paese. E quindi abbiamo deciso di partire dalle fondamenta: la legge elettorale, la riforma del Senato, le riforme costituzionali, la riforma della pubblica amministrazione. La nostra è una filosofia semplice. E, parlando di fisco, gli 80 euri… gli 80 euro… il taglio dell’Irap”. Risate e urla fragorose dalla platea e la pazienza del ministro comincia a cedere: “Guardate, io penso che nessuna di queste misure possa essere considerata risolutiva. Ma gli 80 euro possono essere definiti una delle più grandi riduzioni… una delle più grandi restituzioni per i ceti medio bassi”. E aggiunge, moderando l’ottimismo inziale sui risultati del governo e sempre lottando col dissenso dalla platea: “Forse questi provvedimenti non saranno esaustivi e sufficienti, ma negli ultimi 12 mesi hanno consentito a molte imprese di intercettare questa flebile, ma comunque presente ripresa. Non abbiamo finito. Il nostro lavoro non è né semplice, né facile, né banale. Però, scusate, da qualche parte dovevamo pur partire”. E chiosa, stavolta applaudita: “Non so quanti di voi avrebbero scommesso che in soli 12 mesi il governo avrebbe potuto mettere in campo questa cassetta degli attrezzi” di Gisella Ruccia