Vincenzo Chianese, 26 anni, è un programmatore di Napoli. A causa di proposte di lavoro "poco stimolanti" e di “capi che copiavano molto da progetti open-source senza specificare il contributo di terzi”, ha spedito il cv all'estero. E ora nella Repubblica ceca ha trovato quello che cercava
Da Napoli a Praga. Un biglietto di andata senza ritorno. Per la libertà di inventare, e buttala via. Vincenzo Chianese, 26 anni, è un programmatore informatico. Ha iniziato a sviluppare software con suo padre all’età di 17 anni. Poi si è iscritto alla facoltà di Ingegneria informatica, che non ha ancora finito perché ha messo in primo piano il lavoro. “Ho cambiato tre aziende – racconta -. Il problema era sempre lo stesso, non c’era spazio per le mie idee, dovevo solo eseguire ordini, magari sbagliati, suggerivo una correzione, niente da fare, l’obiettivo era vendere e alla svelta”.
Secondo lui, in base all’esperienza che ha avuto, in Italia “si fa carpenteria informatica, altro che ingegneria”. Vincenzo ha creato software per la contabilità di un’azienda di toner e stampanti, software per l’automazione della linea di produzione di una società di energie alternative, e software per il recupero credito utilizzato dalle banche. “I miei capi copiavano molto da progetti open-source e nella licenza del prodotto non specificavano il contributo di terzi”.
Vincenzo ha la testa in fermento e le mani legate. “Il tuo compito si riduce a montare e collaudare i soliti impianti. Una cosa noiosa e svilente”. Che non fa per lui. Rinuncia a tre contratti a tempo indeterminato pur di mettere a frutto le sue intuizioni. Rifiuta quattro offerte dal Nord Italia, “poco stimolanti”. Invia il curriculum all’estero. Gli rispondono da Spagna, Malta e Praga. Sceglie la terza, “perché l’offerta è più prestigiosa”. Gli arriva da un’azienda che fa strumenti per gli sviluppatori di software, “un gradino più in alto del posto di prima”. Un colloquio via skype e il suo sogno si avvera.
Per la prima volta non è il più giovane del team. “Qui l’età media è 30 anni. In Italia, quasi 40. Sono l’unico straniero ma i colleghi con me, e pure tra di loro, parlano inglese. La competenza di tutti è molto alta. Se sottolineo una falla, ne discutiamo e troviamo insieme una soluzione. Mi danno fiducia e le mie critiche non vengono prese come offese. In più, mi danno il tempo di analizzare bene il progetto, quattro o cinque giorni solo per documentarmi. A Napoli te lo scordi”.
I due soci, spiega, sono trentenni, della Repubblica ceca, e hanno aperto una sede anche a San Francisco. Ventisei dipendenti in tutto. “Faccio avanti e indietro dagli Stati Uniti, e presento i nostri prodotti in giro per il mondo”. Vincenzo è assunto con un contratto a tempo indeterminato, guadagna 2600 euro al mese e gode di parecchi benefit. “Affitto pagato, ferie pagate, posso lavorare anche da casa, ma preferisco stare in ufficio con gli altri, e ho un budget illimitato per realizzare i miei lavori. Ho trovato il paradiso, posso dirlo”. Nel tempo libero studia chitarra classica al conservatorio “Ho chiesto il trasferimento dal conservatorio di Napoli. Mi mancano due anni per il diploma”. Ripensando al passato, ammette: “Forse ho conosciuto solo l’un per cento del settore informatico italiano, magari ci sono posti sanno fare questo mestiere come Dio comanda, ma mi è bastato per avere voglia di cambiare Stato”.