In una nota il consigliere regionale del Lazio Fabrizio Santori spiega che l'organizzazione ha tentato di entrare nel sistema degli appalti di tre strutture comunali. "La situazione ambigua che si è andata palesando - scrive - si è fatta ancora più dubbia e necessita di chiarificazioni"
Non ci sono soltanto migranti, nomadi e centri d’accoglienza al centro del business di Mafia Capitale. Perché l’organizzazione ha tentato di entrare anche nel sistema degli appalti per i canili comunali romani di Muratella, ex Poverello ed ex Cinodromo. A dichiararlo in una nota è il consigliere regionale del Lazio Fabrizio Santori, eletto nelle liste de La Destra. Sulle tre strutture, scrive Santori, gestite “dal ’97 in regime di affidamento diretto dall’Avcpp per cifre esorbitanti che superavano i 4 milioni di euro all’anno” le “solite coop hanno tentato il colpaccio”. Un elemento che trova riscontro anche nelle intercettazioni degli investigatori.
“Tra le cooperative ammesse da Roma Capitale – continua il consigliere – per le procedure di affidamento della gestione in convenzione dei canili comunali avviata nel 2014 risulta esserci infatti anche la 29 Giugno Servizi Soc. Coop. Sociale, legata a Buzzi e coinvolta in Mafia Capitale, che partecipava per il Canile Muratella, il Canile Vitinia, il Canile Ponte Marconi e l’Oasi Felina di Porta Portese“. Salvatore Buzzi è il ras delle coop rosse, già arrestato a dicembre e che oggi davanti ai giudici della sezione misure di prevenzione del tribunale di Roma ha definito l’ex Nar Massimo Carminati – che secondo gli investigatori era al vertice dell’organizzazione criminale – “una brava persona”.
Nella sua nota, Santori scrive che “la situazione di irregolarità in cui versano i canili comunali è ben nota a tutti”, incluse le “amministrazioni locali”. Da anni, prosegue, “queste strutture devono fare i conti con la realtà, senza però una fattiva svolta: dalle ingiunzioni notificate dalla Asl Rm C e dall’Asl RmD per l’ex Cinodromo e Muratella, da qualche anno con le prescrizioni per essere normati, all’ingiunzione di chiusura da oltre 3 anni e che nessuno rispetta per l’ex Poverello, alle prese con problematiche anche di origine idrogeologiche del terreno, e per cui il Comune di Roma continua a spendere 1 milione di euro l’anno”.
Per il consigliere, che chiede le dimissioni del sindaco Ignazio Marino, con l’ultima “ondata di arresti” la “situazione ambigua che si è andata palesando intorno ai canili comunali si è fatta ancora più dubbia e necessita di chiarificazioni”. Inoltre, “a seguito degli ultimi fatti di Mafia Capitale la situazione ambigua che si è andata palesando intorno ai canili comunali si è fatta ancora più dubbia e necessita di chiarificazioni”.