Alessio Romano è uno scrittore trentenne di Pescara da sempre innamorato di John Fante, e di Bukowski. E altamente bukowskiano è il titolo del suo nuovo libro, edito da Bompiani: “Solo sigari quando è festa”. Un thriller incalzante e senza fronzoli che fa surf tra i generi, non rinunciando a “straniare” e sferzare e far ridere, qua e là. Con tanto di citazioni che non t’aspetti, compreso “zio Remo Gaspari”, per mezzo secolo il ras (democristiano) della politica abruzzese. Il finale è spiazzante, ergo da applausi.
Nick è un giovane e svagato scienzato dell’Aquila sfuggito per miracolo al terremoto del 6 aprile del 2009. In quei giorni di scombussolamento e sciami sismici, di disperazione e senso di colpa, di solidarietà di molti e speciosa mobilitazione di qualche avvoltoio della ricostruzione, Nick riceve una strana, stranissima richiesta d’amicizia su Facebook. A inoltrarla è un certo “Il Ragno”, che ha solo altri quattro amici. “8 aprile 2009. Ciao Nick. Il ragno ti ha aggiunto come amico. Devi confermare di conoscere il ragno per poter diventare suo amico”. Un fake? Come immagine del profilo ha un grosso esemplare di “atrax robustus”, il ragno dei cunicoli australiani. Nick accetta la sua amicizia, pur non avendo nessun amico in comune con questa creatura virtuale del mistero. E nel suo profilo non c’è nulla. Nessun album con foto, note o video. Nessuna info personale o iscrizione a gruppi. Per quale razza di motivazione “Il Ragno” ha appuntato il suo interesse su questo ricercatore pacioso e trasognato? E perché i suoi altri quattro amici Facebook prendono a morire uno dopo l’altro, come birilli? Eppure apparentemente nemmeno l’ombra di un legame esisterebbe tra i contatti social del Ragno. Apparentemente.
Scompare Vincenzo, imprenditore, presidente della squadra di calcio “Pescara Devil”. Decede “Tamara”, spogliarellista, un gran bel pezzo di ragazza. Muoiono la parrucchiera Irina e un ventenne cinese impiegato in un negozio di informatica usata. Resta in vita soltanto Nick, tra i cinque “amici” iniziali del Ragno. Ma ancora per quanto? Chi è questo Ragno, e cosa vuole da lui?
Con prosa rapida e ferma, miscelando Bret Easton Ellis e il vecchio Hank, Nick Drake e Iggy Pop, la vita notturna di provincia e il comune senso della privacy ai tempi dei social network, l’iguana di Carlo Lucarelli e certi romanzi di educazione sentimentale degli anni novanta, Alessio Romano fa centro. Pur muovendo da un avvenimento tragico ed enorme e in fondo catartico come un terremoto: “È un’esperienza zen. Capisci quanto poco contino cose che ti sembravano irrinunciabili, che magari ti portavi appresso da anni, trasloco dopo trasloco, ricordi preziosi. Ma comunque puoi farne a meno. Puoi fare a meno di tutto”.