A partire dall'1 giugno la banca ha affidato l'appalto per la gestione del centro di archiviazione di Pomezia a una nuova società. Che voleva lasciare a casa i dipendenti di Scai service, a cui in precedenza era affidato il servizio. I lavoratori si sono rivolti al giudice per essere regolarizzati direttamente dall'istituto. A quel punto è stato proposto loro un contratto a tutele crescenti a patto che non rivendichino più nulla nei confronti di Bnl
La rinuncia alla causa di lavoro in cambio di un nuovo contratto, ma a tutele crescenti. Che andrebbe a sostituire quello precedente, assistito invece dalla tutela dell’articolo 18. E’ la proposta fatta a 54 lavoratori dell’archivio Bnl di Pratica di Mare da Italarchivi, la nuova società che si è aggiudicata la gestione del servizio al posto della Scai service. Finora, nonostante diversi avvicendamenti, i dipendenti che da un ventennio gestiscono l’archivio generale erano sempre stati confermati sulla base della clausola di salvaguardia prevista in caso di subentro nell’appalto di una nuova azienda. Ma la Italarchivi sostiene di non essere subentrata a Scai service, bensì di offrire in outsourcing un lavoro che non ha alcuna continuità con quello svolto dal precedente fornitore.
Di qui la decisione di lasciare a casa, a partire dal 29 maggio, i dipendenti della società consortile. Che a quel punto si sono rivolti al giudice del lavoro accusando Bnl-Bnp Paribas di intermediazione illegittima di manodopera e appalto illecito e chiedendo che la banca li regolarizzasse. Sostengono infatti di aver sempre lavorato fianco a fianco con i 15 impiegati dell’istituto che lavorano nel centro vicino a Pomezia, svolgendo compiti simili ma a fronte di uno stipendio più basso. Secondo Giuseppe Martinelli, della rappresentanza sindacale aziendale di Filcams Cgil, “è vero che noi lavoratori eravamo impiegati nella gestione dell’archivio Bnl alle dipendenze di un azienda privata (la Scai service), ma di fatto rispondevamo direttamente alla banca, che remunerava l’appaltatore fittizio sulla base delle nostre prestazioni lavorative ricevute”.
Nel corso delle trattative, però, Italarchivi ha messo i 54 lavoratori davanti all’aut aut: li avrebbe confermati, ma solo a fronte della rinuncia al riconoscimento dei diritti vantati nei confronti dell’istituto di credito acquisito nel 2006 dal gruppo francese Bnp. “Ci ha convocati sul posto di lavoro, accompagnata da funzionari Bnl, asserendo che o rinunciamo alla causa o perdiamo il posto di lavoro”, racconta Martinelli. Lunedì e martedì i 54 che rischiano il posto hanno manifestato davanti alla sede Bnl di via Veneto, a Roma. Bnl-Bnp Paribas, contattata da ilfattoquotidiano.it, non ha voluto commentare.