“Vogliamo l’ottavo scudetto”. Joe Tacopina lo ha candidamente dichiarato alla vigilia della finale promozione che ha riportato il Bologna in Serie A dopo un anno di purgatorio. E’ bastato un pari sofferto in casa, 1-1 con il Pescara, e tanti saluti alla B. Al primo ascolto quella frase ha tutta l’aria della megalomania, ma andando a fondo racchiude la voglia di stupire con la quale il club torna in un luogo di sua competenza per tradizione e forza economica: i rossoblù hanno modo, mezzi e tempo per pensare in grande davvero. Se lo scudetto appare un sogno sovradimensionato, le medio-grandi hanno ora una credibile avversaria in più e la A ritrova una piazza storica (in 30mila al Dall’Ara per il match promozione) nell’anno in cui si aspettavano anche Bari e Catania e sono invece arrivate piccole ma sostanziose realtà come Carpi e Frosinone. Ed esulta l’Emilia-Romagna che, persi Parma e Cesena, tiene botta a quota tre club con le promozioni di felsinei e carpigiani. Il ritorno del Bologna fa rumore e parla italo-americano-canadese. Perché dallo scorso settembre il club è nelle mani di Joe Tacopina e Joey Saputo, supportati da un gruppo di soci a stelle e strisce (Kang, Patell, Rizza, Nestor, Goldfarb) e – si sussurra – nel progetto rossoblù potrebbe entrare anche Luca Cordero di Montezemolo, in tribuna nel giorno più importante della stagione per tifare i giovani Mbaye, Oikonomou e Laribi e gli esperti Matuzalem, Sansone e Cacia.
Perfetti sconosciuti al grande pubblico, Saputo e Tacopina sono tutt’altro che due avventurieri. Il primo, innanzitutto: Joey Saputo, canadese di origini italiana, è il re delle mozzarelle. Un impero costruito dal padre, emigrato dal comune siciliano di Montelepre sul finire degli anni ’50, e gestito ora dal fratello. La Saputo Inc. conta oltre 9mila dipendenti sparsi tra Stati Uniti, Sud America ed Europa ed è una delle aziende leader nel settore caseario. Il patrimonio stimato della famiglia è di 3,4 miliardi di dollari e Joey – fuori dalle aziende dal 2007 ma socio della Transforce, colosso nel trasporto e nella logistica – ha già esperienze nel calcio essendo il proprietario dei Montreal Impact (cui ha costruito uno stadio da 21mila posti). È lui il socio di maggioranza del Bologna, mentre il numero due (e presidente) risponde alla figura di Tacopina, alla testa di uno degli studi legali più importanti di Manhattan ed ex socio della prima ora nella Roma di James Pallotta.
Due pilastri sui quali la città è tornata a sognare dopo un inizio di stagione tribolato e svariate correzioni in corsa, orchestrate dal ds Pantaleo Corvino. Fino alla mossa choc di inizio maggio: l’ingaggio di Delio Rossi come allenatore alla vigilia dei playoff per dare una scossa alla squadra. Un anno irrequieto che si chiude nel migliore dei modi e fa esplodere di gioia la città, riversatasi sotto la statua di Nettuno. In tribuna c’erano tutti gli artefici economici del ritorno in A, già pronti a rilanciare il progetto sportivo che rischia di sconvolgere gli equilibri delle realtà di medio cabotaggio della massima serie e dà nuovo smalto al calcio emiliano. Senza il Bologna, la regione avrebbe visto solo Sassuolo e Carpi a rappresentarla davanti a milanesi, romane e torinesi. Dopo anni di gloria con i rossoblù, Parma, Reggiana e Piacenza. Sansone porta in vantaggio i rossoblu, che al 56′ subiscono il pari firmato da Pasquato. Ma nonostante la paura e un Pescara all’arrembaggio per buona parte della frazione di gioco, il risultato non cambia: basta il pari, il Bologna se ne torna in A facendo esultare anche tutto il grande Bologna dell’ultimo scudetto. Sugli spalti hanno gioito Mirko Pavinato, Marino Perani e Romano Fogli, l’uomo che calciò la punizione poi deviata da Facchetti e che regalò il settimo tricolore conquistato grazie alla vittoria 2-0 nel drammatico spareggio con l’Inter. Tacopina ha dichiarato che è tempo di acciuffare l’ottavo. L’ultimo è datato 1964, l’anno di nascita di Saputo. All’epoca papà Lino aveva avviato da poco le sue attività in Quebec. E non poteva immaginare che il figlio sarebbe ritornato in Italia a far sognare una piazza storica grazie alle sue mozzarelle.