Monsignor Luigi Negri, in un'intervista al Messaggero, attacca lo "scientismo tecnocratico di Casaleggio" che "diffonde l'idea che l'uomo sia uguale a Dio"
“I libri di Casaleggio diffodono l’idea sbagliata che l’uomo sia uguale a Dio. E’ un’eresia“. L’arcivescovo di Ferrara, monsignor Luigi Negri, al Messaggero attacca il Movimento 5 Stelle e i suoi elettori, responsabili di generare “la formazione del pensiero unico da diffondere grazie al web”. Una “deriva che non è uno scherzo”. Il punto, per il prelato, è che il movimento politico sostiene una “sostanziale equiparazione tra l’uomo e Dio, e che l’autorità suprema delle scelte è la rete”.
Una posizione di “scientismo tecnocratico” che è la “forza più subdola che la Chiesa oggi si trova a combattere”e che per Negri è incompatibile con la religione cattolica. “Mi chiedo che senso abbia – dice – la partecipazione ad un mistero come l’Eucaristia, che è Cristo che si è fatto uomo”. E si chiede anche “che ci vengono a fare a messa”, perché “a chi non crede nella Trinità e pensa che tutto si possa costruire con le proprie mani, compreso la salvezza…beh, ne tragga le conseguenze”.
Quello di Negri, che in passato aveva anche “scomunicato” il film di Rob Zombie Le streghe di Salem, “non è un giudizio politico, ma culturale”, e il monsignore è convinto che M5s “sul piano degli atteggiamenti pratici dà origine a posizioni inaccettabili“. Nel mirino c’è “l’ideologia di base”, e “soprattutto il primo capitolo” del libro del cofondatore Gianroberto Casaleggio “dove esiste un’equazione tra l’uomo e Dio”.
Al responsabile della diocesi di Ferrara, il Messaggero ricorda di essere stato “più volte contestato” dagli esponenti cittadini del Movimento. A ricordare l’episodio dello scontro è lui stesso: in consiglio comunale “si sono battuti per fare pagare alla Chiesa una tassa per le manifestazioni religiose che transitano davanti al Duomo. Tipo le processioni del Corpus Domini per intenderci. Ma la cosa non è passata”. Ma a parte questo, specifica, “non ci sono problemi di sorta”. Dopo quell’episodio, Negri dice di averli criticati per il “loro giacobinismo”. Poi ha fatto dietrofront: “Dopo – conclude – mi sono pure pentito di averlo detto, anche se la maggioranza dei Cinque Stelle non sa nemmeno chi siano i giacobini. Oggi, purtroppo, sono in tanti a non conoscere più la storia”