Giancarlo Galan torna in parlamento. Dopo aver patteggiato una pena di 2 anni e 10 mesi per corruzione nell’inchiesta Mose, il deputato forzista annuncia di essere pronto a rientrare alla Camera il 15 luglio prossimo, una volta scontati i domiciliari. “Vedremo”, si limita a dire la presidente della Camera Laura Boldrini. “I cittadini devono indignarsi, è scandaloso, non ha mai avuto la decenza di dimettersi, ha preso diaria e indennità”, dice Alessandro Di Battista del M5s, ricordando che Galan non ha mai lasciato la carica di presidente della commissione Cultura, e aggiunge: “Ma faremo opposizione, rimpiangerà i domiciliari”. “La legge glielo consente, noi abbiamo regole più stringenti nel nostro partito, uno come Galan sarebbe sospeso dal Pd, non farebbe il dirigente di Forza Italia”, dice Matteo Orfini. “E’ una valutazione di opportunità politica ma è in linea con le leggi, io ho contestato la sua scelta di restare presidente di Commissione durante gli arresti domiciliari – dichiara il compagno di partito Ignazio Abrignani – le regole sono queste quando cambieranno si vedrà” di Irene Buscemi