I giudici hanno ritenuto che il leader del Movimento 5 Stelle abbia esercitato il diritto di critica. La vicenda risale al 4 maggio 2012 quando sul blog comparve un articolo dal titolo "I tesorieri" corredato da foto in stile segnaletica degli amministratori dei principali partiti. Il comico: "Ora voglio indietro i 30mila euro versati alle parti civili dopo la sentenza di primo grado"
La corte d’appello di Genova ha assolto Beppe Grillo dall’accusa di diffamazione nei confronti dell’ex tesoriere del Pd Antonio Misiani. I giudici hanno ritenuto il fatto come un esercizio del diritto di critica. Il leader del Movimento 5 Stelle in primo grado era stato condannato a mille euro di multa e al risarcimento dei danni a Misiani e al Pd che si erano costituiti parte civile per 30mila euro. La vicenda risale al 4 maggio 2012 quando sul blog di Grillo comparve un articolo dal titolo “I tesorieri” corredato da foto in stile segnaletica degli amministratori di Pdl (Rocco Crimi), Pd (Antonio Misiani) e Udc (Giuseppe Naro), insieme a quelle degli ex di Lega Nord (Francesco Belsito) e Margherita (Luigi Lusi). Misiani aveva presentato querela.
“Ora aspetto con ansia la restituzione dei soldi versati alle parti civili dopo la sentenza di primo grado”, ha commentato Grillo. Il giudice di primo grado, oltre a mille euro di multa aveva condannato Grillo al pagamento di una provvisionale di complessivi 30.000 euro. “Le pronunce come quella di oggi”, ha detto Enrico Grillo, difensore del leader del M5S, “sono importanti non tanto per il caso specifico quanto per il principio di libertà nella critica politica”.