Il primo cittadino viene citato dal fondatore della coop rossa al centro dell'inchiesta sul business dell'accoglienza dei migranti: "Lì non abbiamo protezioni". Il grillino: "Non ci avvicinano perché hanno paura di essere denunciati. Marino? Non mi esprimo, ma da collega dico che è strano che non sapesse nulla"
“Con Salvatore Buzzi io non ho nemmeno mai parlato, ma a quanto pare sapeva che sono incorruttibile”. A definire così Fabio Fucci, sindaco M5S di Pomezia da due anni, è il fondatore della cooperativa 29 giugno al centro dell’inchiesta di Mafia Capitale che in un’intercettazione dice: “Lì non abbiamo protezioni”. Il primo cittadino grillino l’ha scoperto dai giornali perché, dice a ilfattoquotidiano.it, “io con lui non ho mai avuto conversazioni. Ed è questa la cosa bella: con noi non ci provano neanche: hanno paura di essere denunciati subito”. Parla di trasparenza (“Così abbiamo rivoluzionato un sistema corrotto in Comune”) e chiede al governo di non abbandonare gli amministratori locali: “Perché non c’è una legge che permette al sindaco di licenziare i funzionari corrotti? Abbiamo bisogno di regole ferree per essere immuni dagli attacchi”. Delle vicende di Roma però, come da copione M5S, non vuole parlare: “Spetta ai colleghi in Campidoglio chiedere o meno le dimissioni di Ignazio Marino. Io dico solo,da collega, che mi sembra davvero strano che non sapesse cosa stessero facendo i suoi. C’è anche una responsabilità politica”.
Fucci, 35 anni ed eletto nel 2013, sulla cronaca nazionale fino a questo momento era finito solo per una polemica sulle mense scolastiche. Ora incassa la pubblicità inaspettata per quello che lui definisce “un prerequisito fondamentale per i 5 stelle: l’onestà“. “La cosa bella”, spiega, “è proprio il fatto che nessuno abbia mai provato nemmeno a corromperci. Io non ho mai avuto nessun contatto con Buzzi. Né io né altri della mia giunta. Non so dove prendano le informazioni, probabilmente da esponenti locali di altri partiti”. Il Movimento è sulla scena politica da meno di dieci anni e in molte realtà istituzionali è ancora al debutto, ma secondo il primo cittadino in ogni caso c’è la garanzia che non saranno corrotti: “Dove c’è un politico onesto, il corruttore si tiene alla larga. Noi abbiamo un codice etico che si è rivelato formidabile nei confronti di chi sbaglia. E poi c’è da sapere che siamo una forza politica che toglie i soldi dalla politica: per quello siamo meno attraenti per i corruttori. Da noi candidarsi è più una missione che una decisione di convenienza”.
Il primo cittadino parla di anticorpi naturali che renderebbero i 5 Stelle immuni dai pericoli. “Combattere la corruzione è semplice nei gesti concreti dell’amministrazione comunale”, conclude. “A Pomezia in passato ci sono stati numerosi scandali: dal dirigente plurindagato per i piani urbanistici, fino alla tangentopoli che ha coinvolto giunta e sindaco nel 2011. Quando siamo arrivati noi abbiamo deciso di ripartire dalla trasparenza: ad esempio abbiamo riaperto le gare pubbliche per tutti i servizi che fino a quel momento erano in regime di proroga. In questo modo abbiamo risparmiato 3 milioni di euro. Non siamo solo onesti, ma anche competenti”.