Televisione

The Briefcase, poveri contro poveri nel nuovo reality show Usa: “Spettacolo che sguazza nella miseria”

Un nuovo programma su CBS sta dividendo l’America. Una famiglia in difficoltà deve decidere se donare parte di 100mila dollari a un'altra coppia indigente. Per l’autore è un “test della generosità”. Ma altri lo vedono come “pessimo voyerismo della povertà”

di Elisa Murgese

Cosa faresti se ti offrissero 100mila dollari? Terresti tutto il denaro o ne daresti una parte a qualcuno in difficoltà? È questa la domanda di “The Briefcase” (“la valigetta ventiquattrore”), il reality show che sta facendo discutere l’America. Trasmesso dal 27 maggio su CBS, è il programma più guardato del mercoledì sera, capace di tenere oltre 7milioni di telespettatori davanti al teleschermo. L’idea è semplice: trovare una famiglia in difficoltà economiche e dargli una valigetta con 101mila dollari (circa 90mila euro) in contanti. Gli sarà poi chiesto se vuole tenere tutti i soldi o donarne una parte a un’altra famiglia in difficoltà. Come fare a decidere? Lo spirito voyeristico del programma sta proprio in questo: per 72 ore la famiglia che ha ricevuto i soldi spierà la vita della seconda famiglia in difficoltà, arrivando addirittura a entrare di nascosto a casa loro per osservare foto, frigoriferi, scontrini e memo. Lo scopo è scoprire se i loro “avversari” hanno più bisogno di quei soldi di loro.

Ma il vero colpo di scena arriva quando si scopre che le valigette da 101mila dollari sono due. Infatti, anche la “seconda famiglia in difficoltà” stava spiando la prima per studiarne i problemi economici. Il colpo di teatro avviene negli studi di Los Angeles dove, sedute una di fronte all’altra, le due famiglie scopriranno chi sarà stato più generoso e chi invece avrà scelto di tenersi più denaro. Un test della generosità, insomma. “In America le famiglie stanno sentendo l’impatto della crisi – si sente nel trailer del programma – Ed è proprio questo il momento per testare lo spirito degli uomini”. Tra i concorrenti: un veterano che ha perso la gamba in Iraq, genitori con bimbi malati, persone alle prese con quasi 500mila dollari di debiti, senza dimenticare una coppia cristiana che “affronterà” una coppia lesbica sposata che vorrebbero avere un figlio con la fecondazione in vitro. Scene che non sono mancate nei primi episodi? Una donna talmente agitata da vomitare per lo stress. Tutti parlano dell’assicurazione sanitaria. Tutti piangono. Donne che si appiccicano bancone sulla fronte.

E mentre per l’executive producer Dave Broome “The Briefcase” è uno strumento per “fare i conti con i valori umani pur trovandoci in un periodo di difficoltà economiche”, contro il reality show non sono tardate ad arrivare critiche. In tanti, infatti, vedono in questo format un “poverty porn”, ovvero lo sfruttamento di una condizione di povertà per scopi mediatici e di intrattenimento. Uno stratagemma, insomma, per appagare il desiderio voyeristico di spiare coloro che sono in difficoltà e divertirsi a vederli messi uno contro l’altro per la sopravvivenza. “Un programma di pessimo gusto”, secondo il website The Mary Sue, che “mette i poveri gli uni contro gli altri”, gli fa eco il quotidiano inglese The Telegraph. Per lo statunitense The Week è solo “un altro esempio di come all’America piaccia mettere sotto la lente di ingrandimento i poveri“, mentre parla di “uno spettacolo che sguazza nella miseria” il canadese National Post. “Il punto non è he la televisione sfrutti le disperazioni economiche come intrattenimento – commenta controtendenza l’americano Huffington Post– il problema è che non ci stupiamo più di vedere famiglia a una passo dalla povertà”. E mentre gli opinionisti si chiedono la moralità del format, “The Briefcase” resta il programma più seguito delle ultime settimane.

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