Il passaggio di testimone tra Lupi e Delrio non ha cambiato la sostanza del problema sul quale incombe tra il resto l’apertura di una procedura di infrazione da parte dell’Europa. Il caso dell'Autobrennero
Cambiato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, non cambia la sostanza: il governo italiano non ha proprio alcuna intenzione di mettere in gara le concessioni autostradali scadute e assieme ai concessionari cerca scappatoie per evitare l’apertura di una procedura di infrazione da parte dell’Europa. Se ne ha avuto conferma anche mercoledì 10 giugno, dopo l’incontro tra il ministro Graziano Delrio e i presidenti delle Province di Bolzano, Arno Kompatscher, e di Trento, Ugo Rossi in cui si è parlato della concessione – scaduta da oltre un anno – dell’A22, l’Autobrennero. Una vicenda davvero paradossale: il concessionario è una società controllata all’83% da soci pubblici – primi fra tutti la Regione Trentino Alto Adige, le Province autonome di Trento e Bolzano e da un’infinità di comuni – e ha riscosso con i pedaggi un tesoretto da oltre 550 milioni il cui utilizzo è vincolato alla realizzazione della ferrovia del Brennero e in particolare al tunnel ferroviario tra Italia e Austria. Soldi riscossi dalla concessionaria per conto dello Stato e che allo Stato devono tornare.
Ma, come scritto lo scorso settembre da il Fatto Quotidiano, la società concessionaria a controllo pubblico non intende restituire i quattrini a meno di vedersi prorogata la concessione di altri 20 anni. E il governo che fa? Accoglie di buon grado le istanze degli amministratori del Nord e come Lupi all’epoca, oggi il ministro Delrio si dice disponibile a valutare l’ipotesi di affidamento della concessione a una “società inhouse a totale partecipazione pubblica, che preveda impegni specifici” ed è stato dato il via alla preparazione di una bozza di intesa tra governo e Province autonome. “Si tratterebbe di una soluzione che premierebbe un territorio innovativo che ha a cuore uno sviluppo infrastrutturale in grado di tutelare il delicato ecosistema alpino”, ha dichiarato Kompatscher al termine dell’incontro. Una dichiarazione che lascia intendere come la soluzione architettata per cercare di aggirare le norme europee metterà nello stesso mazzo la concessione autostradale e i lavori per la realizzazione del tunnel ferroviario. Un vero pasticcio all’italiana che finirà ancora una volta con il far lievitare a dismisura le tariffe autostradali e i costi di realizzazione delle opere. Riuscirà il colpo?