“To fight for your cause accepting no loss, soon you’ll see, never alone you’ll be. We have the right to speak…”. Sono questi i versi iniziali di “Put That Fire Out”, la canzone che Conchita Wurst dedicherebbe a Mr. Putin. Che spera di incontrare in aeroporto, per caso. “Mi piacerebbe incontrarlo. Mi piacerebbe sapere cosa vuol dire essere Putin. Cosi come Barack Obama o il Papa. Penso che potrei imparare molto da Putin. Vorrei davvero capire perché prende determinate decisioni, su cui ovviamente non mi trova molto d’accordo, perché capendo il suo pensiero e il suo ragionamento allora forse gli potrei dire che sta sbagliando”.
Siamo a Milano insieme a Conchita Wurst, la cantante che ha vinto l’Eurovision Contest nel 2014 facendo scalpore e suscitando grande curiosità per essere l’alter ego di Tom Neuwirth. È qui per presentare il suo album d’esordio “Conchita” (Sony Music) e la sua biografia “Io Conchita. La mia storia” (Mondadori) e scopriamo una donna determinata, coraggiosa e molto simpatica. Non si è fermata nemmeno in seguito alle minacce di morte dopo le sue dichiarazioni al Parlamento Europeo. E con grande sicurezza si fa portavoce dei diritti LGBT o semplicemente del rispetto degli esseri umani. Sarà infatti la madrina del Milano Pride 2015 (22-28 giugno) dove cercherà di mostrare il meglio di sé e sente la responsabilità di comunicare i principi in cui crede. Essere autentici, rispettosi, non fare del male a nessuno e costruire la propria vita nel migliore dei modi e “il razzismo starà lontano da te”. Inarrestabile Conchita.