Come stabilito dalla legge si tratta del primo passo di una lunga procedura che deve valutare l'eventuale presenza di infiltrazioni mafiose nell'amministrazione comunale. E se queste fossero riscontrate ci sarebbe lo scioglimento per mafia, un caso, quest'ultimo, che finora non si è mai verificato in Emilia Romagna
Il prefetto di Reggio Emilia Raffaele Ruberto ha nominato la commissione per effettuare l’accesso nel comune di Brescello, paese dell’Emilia sulle rive del Po amministrato da una maggioranza di centrosinistra. Secondo la legge è il primo passo di una lunga procedura che deve valutare l’eventuale presenza di infiltrazioni mafiose nell’amministrazione comunale. E se queste fossero riscontrate ci sarebbe lo scioglimento per mafia, un caso, quest’ultimo, che finora non si è mai verificato in Emilia Romagna. Il paesino di Brescello, noto in tutto il mondo per la saga di don Camillo e Peppone, nell’ultimo anno era passato alle cronache per quelle parole del sindaco eletto con una lista appoggiata dal Pd, Marcello Coffrini, su un condannato per mafia e raccolte durante un documentario della web tv Cortocircuito: “Uno molto composto, educato che ha sempre vissuto a basso livello”, disse il sindaco riferendosi a Francesco Grande Aracri, da tempo a Brescello, condannato per associazione mafiosa e fratello di Nicolino, considerato capo della omonima cosca originaria di Cutro e attiva in Emilia.
Le parole di Coffrini rilasciate ai ragazzi della web tv dopo un breve incontro faccia a faccia con Francesco Grande Aracri (anche questo ripreso in video), diedero il via a molte critiche nei confronti dell’amministratore. Il consiglio comunale dopo qualche giorno gli votò la fiducia, ma la bufera intorno a Coffrini non si è mai placata. Qualche mese fa Claudio Fava, parlamentare e vice presidente della commissione Antimafia, chiese esplicitamente le sue dimissioni e mandò una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al prefetto di Reggio Emilia Ruberto chiedendo loro che intervenissero, disse Fava, per “valutare l’effettiva autonomia della amministrazione comunale da possibili ingerenze della criminalità organizzata”.
Ora la prefettura si muove. Il prefetto Ruberto, sulla base di un lavoro propedeutico di analisi che sarebbe stato supportato anche dalle forze di polizia, ha fatto richiesta al ministero dell’Interno che ha autorizzato la nomina della commissione d’accesso. Nel pomeriggio di mercoledì 10 giugno la commissione – formata da Adriana Cogode, viceprefetto di Reggio, da Giuseppe Zarcone, dirigente del servizio contabilità e gestione finanziaria della prefettura di Torino, e dal capitano dell’Arma Dario Campanella, comandante della compagnia di Castelnovo Monti, è andata in comune a Brescello per notificare il provvedimento al sindaco. Coffrini, dal canto suo, interpellato da ilfattoquotidiano.it per un commento alla notizia si è limitato a un breve comunicato stampa: “In data odierna è stata notificata al Comune di Brescello la nomina di Commissione di Indagine ai sensi dell’articolo 143, comma 2, del decreto legislativo 267 del 2000”. Poi il comunicato prosegue: “Il sindaco, come già dichiarato più volte in precedenza, accoglie favorevolmente l’iniziativa del Prefetto di Reggio Emilia, in quanto idonea a chiarire definitivamente la posizione del sottoscritto e dell’amministrazione che rappresenta. Si assicura sin d’ora la più ampia collaborazione ai membri della Commissione”. In passato Coffrini aveva spiegato di non avere nulla da temere da eventuali controlli: “Non sono mai stato sottoposto ad alcuna indagine giudiziaria per mafia, per il semplice motivo che non ce ne sono le ragioni. Ho fatto autocritica sul contenuto delle mie dichiarazioni, e ho ricevuto sul punto la fiducia del mio consiglio comunale”, aveva commentato a marzo scorso.