Arrivare a quarant’anni e fare le valigie con meno di 10mila euro in due. Iniziare a girare il mondo seguendo le tappe del romanzo che si vorrebbe scrivere, avendo come unica “conseguenza negativa quella di non potere avere figli” perché un bambino “ha bisogno di sicurezza e stabilità ma se noi ci fermassimo non saremmo felici”. Ilaria Vitali e Francesco Battilani, 44 anni entrambi, si definiscono “moderni nomadi”. Sposati da un anno e mezzo ma compagni di viaggio dal 2011, quando hanno scelto “il viaggio come condizione di vita”. Il che vuol dire due anni in Sri Lanka, ma anche Thailandia, Malesia, Singapore. E ora, è arrivato il cielo del Messico. “Vorremmo cambiare posto ogni mese – racconta Ilaria – ma normalmente servono lunghe tappe di riorganizzazione dai tre ai quattro mesi”.
Ex assistente di direzione lei, un passato come tatuatore per lui, la coppia di Parma non riesce a chiudersi dietro l’etichetta di un solo lavoro. Il suo “ambizioso progetto artistico”, per esempio, Francesco sta cercando di esprimerlo tramite diversi canali: fotografia, disegno, video. “Mi commissionano opere di tutti i tipi e la mia condizione è che l’installazione sia gratuita per chiunque voglia vederla – dice l’ex tatuatore – Vorrei regalare l’arte a chi non se la può permettere. Spesso, poi, chi vende le mie opere mi riconosce il merito dandomi parte dell’incasso”. Centrale, inoltre, essere diventati consulenti online per quanti vogliono iniziare una vita all’estero.
“Mi chiedono informazioni basilari: stima del costo della vita, analisi della sicurezza o semplicemente un’iniezione di fiducia da chi, come noi, è stato baciato dalla fortuna”, continua Francesco. E proprio dello Sri Lanka la coppia parmense ha scritto un’inusuale guida per chi vuole conoscere il Paese evitando i consueti canali. “Finanziare una guida senza dedicare spazi, a volte immeritati, a strutture turistiche e senza omissioni di verità alla voce ‘sicurezza’ è stata una lotta”, ricordano.
E mentre aspettano di trovare un editore per il loro vademecum turistico, Ilaria ha visto l’anno scorso la sua prima pubblicazione quando il suo libro d’esordio – “Dietro lo steccato” – che è arrivato alla prima ristampa. Un romanzo auto prodotto che nessun editore aveva accettato e che suo marito marito ha pubblicato e distribuito su Amazon e in alcune librerie di Parma. “I proventi del mio libro servono per alimentare il viaggio”, precisa la scrittrice mentre confessa di non avere in mente le tappe successive ma di essersi dati una sola regola: “Seguiremo lo svolgimento della mia nuova opera – continua Ilaria – come se la accompagnassimo per mano mentre viene scritta”.
Non ricevendo uno stipendio fisso a fine mese hanno imparato ad avere uno stile di vita semplice e flessibile. “A volte si dorme in una suite, a volte in una camera di fortuna. Se tutto si incastra alla perfezione ci viziamo ma in altre situazioni facciamo i conti con budget limitati. Fortunatamente Ilaria riesce a far sentire ‘casa’ anche la più squallida delle sistemazioni”, racconta l’ex tatuatore descrivendo il loro “spirito di avventura” come la vera forza della loro coppia.
“Torniamo in Italia una o due volte l’anno per due settimane massimo: è un Paese molto costoso e con poche possibilità di guadagno, l’unico posto al mondo dove non sono più in grado di sopportare il costo umano del lavoro”, ricorda Francesco, dando corpo all’elenco di sensazioni negative che Ilaria lega alla sua patria: “Arrabbiature, ingiustizie, mancanza di rispetto, umanità e prospettive – continua la 44enne – Mi andava tutto molto stretto e a ogni viaggio rientrare era sempre più duro”. Fino alla decisione di immaginare tutta la loro vita sempre in viaggio. “Spostarsi è una tendenza d’animo – spiega Francesco – Noi viaggiamo, nulla di più. E questa è la nostra stabilità. Il nomadismo crediamo sia avere la casa dentro”.