“Io sono il sindaco e decido”, è questa l’esaustiva argomentazione che ha dato Merola per giustificare la nuova ordinanza “anti-alcol” (chiudere i locali del centro storico all’1 e i laboratori artigianali alimentari alle 23). Che è come dire “io so io e voi non siete un cazzo”, se il livello della discussione politica dev’essere questo, ovvio che il dialogo è totalmente inutile.
Ci aveva già provato Cofferati nel 2008 a chiudere via del Pratello, fallendo poi su tutti i fronti, rendendo una delle vie più vive di Bologna un silenziosissimo dormitorio di persone per bene.
Da anni c’è questa voglia di rendere i centri storici dei reparti geriatrici, evidentemente il Pd rincorre i suoi elettori. Chiudere i locali notturni di una città vuol dire ridurre la socializzazione delle nostre vite quando, stanchi da una settimana di lavoro (che poi sono sempre più lavori, visto che siamo tutti precari) o di frustrazioni varie, ci si ritrova al pub o al bar a parlare delle nostre vite, delle nostre felicità e dei nostri problemi. Ma probabilmente questo tipo di alienazione i nuovi politici democristiani, così lontani delle problematiche collaterali al mondo del lavoro, non sanno cosa sia.
Un’ordinanza del genere è sempre la solita solfa, cioè limitare il raggio di azione della propria libertà personale. Tutto questo perché non trovano i mezzi per affrontare i problemi. Se al posto di reprimerli si provasse a reagire nel modo opposto, e cioè a capire il fatto che l’abuso di sostanze è una cosa ineliminabile nella società perché da sempre l’essere umano ne ha fatto uso, se si provasse a ragionare in questi termini, magari si inizierebbe non più a reprimere ma magari a trovare altre soluzioni a un problema che non può essere estinto, ma bensì, magari, compreso e arginato.
L’altro grande contenuto politico, Merola l’ha espresso dicendo che ci sono adolescenti con problemi legati all’alcol. Anche qui un grande applauso per Virginio e un corale grazie Graziella.
Questi ragazzi, caro sindaco, vanno nei supermercati il pomeriggio a comprarsi bottiglie di vodka che bevono la sera, entrano nei locali che sono già saturati, ed è sempre stato così negli ultimi vent’anni, non c’è nessun allarme di nulla. Nell’adolescenza si beve e si assumono sostanze, negarlo sarebbe da irresponsabili, impedirlo sarebbe folle. Magari sarebbe funzionale anche qui ribaltare il discorso, e cioè comprendere perché si beve così tanto, provando a capire da dove deriva il malessere sociale e provare ad informare chi abusa di sostanze. Magari, ma la butto lì eh, il malessere deriva dalla disoccupazione dilagante, dall’incertezza per il futuro, da queste vite sempre più precarie sia lavorativamente che sentimentalmente… lo diceva già Bauman quindici anni fa illustrando la società liquida che stiamo vivendo ora, non mi invento nulla.
Insomma, sono tanti i motivi che generano ansie nell’essere umano e uno si compensa e si cura come può. C’è chi va a correre per sfogarsi, c’è invece chi ha bisogno di parlare e di socializzare fino alle 3 del mattino.
Esercitare un livello di cura autoritario verso le persone, se appunto ragioniamo con gli schemi mentali che ha proposto il sindaco, dimostra che non si comprende il fenomeno, ma si comprendono molto bene le lamentele dei residenti che vogliono una bella gerontopoli a loro immagine e somiglianza.