Ricordate la pioggia di enormi squali in crisi bulimica di Sharknado, il film americano di Anthony Ferrante così catastroficamente comico da diventare un must grazie a quella strana regola che potremmo riassumere in so bad it’s so good che trasforma il trash in cult? Sostituite gli squali con i morti viventi che non cadono dal cielo ma si moltiplicano come un virus minacciando comunque l’intera umanità ed ecco Z Nation, nuova serie per gli amanti delle carni strappate e delle mascelle cadenti, al via mercoledì 10 giugno in esclusiva su AXN SCI-FI con un doppio episodio a serata.
I produttori sono gli stessi, ovvero David Michael Latt e soci, titolari della casa di produzione Asylum, cioè manicomio, specializzata in film apocalittici a basso costo e in “imitazioni” per lo più immediate di pellicole di successo delle grandi major, i cosiddetti mockbuster, un po’ come accade nei Discount dove trovi prodotti dai nomi simili a quelli “di marca” che quasi li confondi finché, ovviamente, non li assaggi: così ad esempio nel 2007 il corrispondente di Transformers di Michael Bay fu Transmorphers e proprio quest’anno quello di Avengers: Age of Ultron è stato Avengers Grimm. Lo stesso vale per le serie TV, così Merlin della BBC nel 2008 è diventato Merlino e la battaglia dei draghi e oggi The Walking Dead è, appunto, Z Nation, che comunque ha il suo perché. A cominciare dal cast dove a interpretare l’atletico studente Mack Thompson è Michael Welch, già visto, tra gli altri, in X-Files, Walker Texas Ranger e CSI: Miami; il cittadino Z Simon Culler è Donald Joseph DJ Qualls, che riconosciamo da Lost, My Name Is Earl, The Big Bang Theory; a dar vita alla fredda ex agente della Guardia Nazionale Roberta Warren è Kellita Smith (Feel the Noise – A tutto volume, The Bernie Mac Show); la dottoressa Merch è Lisa Coronado (Revelation) e c’è pure Harold Perrineau, l’indimenticabile Mercutio di Romeo + Giulietta di Baz Luhrmann nel ruolo del soldato Mark Hammond.
A tre anni dallo scoppio di un virus zombie che ha cominciato a spopolare la terra partendo, come spesso accade in questi casi e in questi film, dagli Stati Uniti, dove pure il presidente è morto, un gruppo di sopravvissuti si organizza per trasferire da New York in California l’unico paziente al quale è stato somministrato ciò che sembra un efficace, seppur sperimentale, vaccino anti zombie, che è anche l’unica speranza per l’ultimo laboratorio scientifico che ancora funziona di trovare un rimedio all’ecatombe, il tutto tra attacchi di morti viventi urlanti e dolci nonnine sparate nel letto dopo una bella festicciola di buon compleanno con tanto di canzoncine cantate in coro dalle affettuose nipotine con le candeline in mano. Perché l’ironia certo non manca.
Tutto comincia a tre anni dal primo contagio con “un’allerta a livello mondiale – annuncia una voce mentre scorrono immagini di città distrutte, aerei ancora fumanti abbattutisi su palazzi, gente nel panico, denti insanguinati e uomini con armi e maschere antigas che corrono all’impazzata – ci troviamo di fronte a una possibile estinzione, non esiste una cura, non fatevi prendere dal panico”. Che detta così… Ma non tutto sembra perduto. Nella prigione navale di Portsmouth c’è infatti il cosiddetto Laboratorio Controllo Infezioni dove si fanno esperimenti sui detenuti, ovvero si tengono legati e si inietta loro ogni presunto vaccino per vedere l’effetto che fa, mentre soldati armati di mitra e paura cercano di tenere a bada una massa di cadaveri ambulanti inferociti con le fauci sanguinanti e gli occhi bianchi sparandogli in testa. Qualcuno riesce però a entrare e si aggira per i corridoi camminando nel più classico stile “morto vivente” con le gambe rigide e le braccia tese in avanti emettendo rantoli inquietanti.
“Non sono volontari” fa notare con sdegno il soldato Hammond. “Milioni di persone muoiono senza motivo – risponde la dottoressa Merch tra una puntura e l’altra – loro moriranno per aiutarci a trovare un vaccino, se funziona vivranno più di noi”. “Se non dovesse funzionare, non preoccuparti – dice allora Hammond al prossimo reticente detenuto-cavia – non ti farò trasformare”. Intanto al comando NSA di emergenza, in collegamento video, sono un po’ preoccupati che la squadra di recupero non sia ancora arrivata…