Un piccolo e battagliero libro Il Cardinale – trame, potere e intrallazzi ai tempi di Crescenzio Sepe” edito da TuttiGiùPerTerra e youcanprint, che ho scritto per raccontare la biografia dell’uomo che da dieci anni tiene strette tra le mani le redini della Chiesa di Napoli. Un pamphlet per molti versi temerario, nato dall’esigenza di assolvere a un bisogno: documentare la gestione del potere di un personaggio del calibro dell’arcivescovo Sepe. E’ stato Giovanni Paolo II a riconoscergli una grande bravura organizzativa e una certa capacità nel risolvere, in modo sbrigativo, i problemi più spinosi. Per oltre 30 anni al fianco al Santo polacco, il futuro arcivescovo partenopeo darà vita al Giubileo del 2000 concepito come un grande luna park. Ricompensato con la nomina ai vertici di Propaganda Fide, Sepe sarà un “Papa Rosso” potentissimo. Non mancano le amicizie pericolose: imprenditori, politici, faccendieri, manager e uomini di affare. Un sistema gelatinoso. Un grumo di potere che nulla c’entra con Dio e Gesù Cristo. Attorno a lui cresce la cricca dei Grandi Eventi e con esse le grane giudiziarie e le inchieste. Sepe all’ombra del Vesuvio è arrivato da “esiliato”. Fu il Papa Emerito Benedetto XVI ad allontanarlo dalla Santa Sede. L’arrivo dell’alto prelato in città è coincisa con l’eterna crisi della politica e delle istituzioni. La sua presenza ha riempito i vuoti lasciati prima dal declino e poi dalla fine del bassolinismo e gli ideali traditi del rinascimento partenopeo nonché dalla crisi economica al punto da far esclamare all’ex sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino: “Finalmente in città è arrivato un importante operatore economico”.
Tante saranno le iniziative, i “comizi” e le prese di posizione, sempre a favore di telecamera. Dalle parti di Largo Donnaregina, un cerchio magico lo segue con devozione e fedeltà. È una corte dei miracoli che fa il bello e il cattivo tempo. Sarà un premuroso zio – come il suo predecessore, il cardinale Michele Giordano – con i suoi nipoti assunti nel consorzio dei rifiuti “Eco4” su pressione di politici come Nicola Cosentino, ex sottosegretario all’Economia finito in carcere per accuse gravi come l’aver favorito la camorra. Contraddizioni che faranno perdere autorevolezza al capo della Chiesa di Napoli. Una voce forte di denuncia si leva all’interno della stessa Arcidiocesi di Napoli è quella di Monsignor Gennaro Matino, stimato teologo e fino al 2012 moderatore della Curia. Di fronte alla visita dell’ennesimo potente di turno all’istante tweetta 140 caratteri di fuoco «Che amarezza la Chiesa schierata con i poteri forti». Le sue saranno dimissioni irrevocabili. E dopo un lungo inseguimento, finalmente il 21 marzo 2015, il Sommo Pontefice, sbarca nella metropoli all’ombra del Vesuvio. Sepe cerca una nuova legittimazione nella gerarchia d’Oltretevere. Fa di tutto per mostrarsi simpatico e in simbiosi con il popolo dei fedeli partenopei. A farci le spese, al Duomo di Napoli, sono le suore di clausura Clarisse Cappuccine che, nel loro modo scomposto di abbracciare Papa Francesco, si beccano l’ironia e le battute pesanti in dialetto stretto pronunciate dall’alto prelato tra gli applausi divertiti dei fedeli. Ombre si stagliano anche sul governo della Curia di Napoli: assenza di trasparenza, gestione opaca, scarsa meritocrazia e cultura feudataria. Una Chiesa dilaniata, divisa, depotenziata che subisce scelte imposte dall’alto e condannata a un inevitabile crepuscolo.
Questo libro “Il Cardinale – trame, potere e intrallazzi ai tempi di Crescenzio Sepe” continua il lavoro di documentazione svolto anche con ilfattoquotidiano.it e ancora prima con i quotidiani che facevano della libertà di stampa un baluardo. Quello delle notizie oscurate e dei lacchè che mantengono le vesti dell’arcivescovo sono un tema caldo anzi caldissimo. Questo pamphlet, senza censure e senza paure, vuole solo guardare le cose così come sono e appaiono. Raccontare come sulla berretta cardinalizia di Sepe pesi ancora un’accusa di corruzione, disinvolte richieste di raccomandazioni ai nipoti, vorticosi giri di denaro ma nessuno ne parla men che meno il diretto interessato. Silenzio, silenzio e ancora silenzio.
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