“L’accesso al cibo è un diritto per tutti e chiunque, in futuro, dovrebbe poter avere a disposizione l’acqua”: a dirlo è Papa Francesco, che si è rivolto ai delegati della Fao in udienza in Vaticano. Bergoglio ha parlato di alimentazione e ha chiesto all’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura di non “tralasciare l’obbligo di debellare la fame e prevenire la malnutrizione” in tutto il mondo. Non è solo necessario “aggiornare i dati“, cosa comunque importante per garantire un ritratto della realtà. Le proiezioni della Fao “dicono che entro il 2050, con 9 miliardi di abitanti sul pianeta, la produzione deve aumentare e addirittura raddoppiare. Invece di impressionarci di fronte ai dati, modifichiamo il nostro rapporto con le risorse naturali, l’uso dei terreni, i consumi, eliminiamo lo sperpero: così sconfiggeremo la fame” ha aggiunto Francesco.
“Stop all’accaparramento della terra da parte di multinazionali”
Bergoglio ha anche chiesto di fermare “l’accaparramento della terra” da parte delle “multinazionali“, che la sottraggono a popoli e persone. Quello che preoccupa, circa la necessità di sfamare il mondo, sono “i cambiamenti climatici”, ma non solo. C’è anche un altro aspetto da tenere in considerazione. Quello che non possiamo fare secondo il Papa è “dimenticare la speculazione finanziaria”.
“Povertà è problema sociale e strutturale”
Secondo Bergoglio la povertà è un”problema sociale” dei singoli Paesi colpiti dalla crisi, ma è anche un “problema strutturale” del mondo. Fare i conti con la malnutrizione e la miseria è “impopolare nell’arco di un mandato legislativo o presidenziale”, in cui non c’è volontà di “assumere impegni vincolanti”. Contro la povertà, ha detto ancora il Papa alla Fao, non bastano politiche sociali.
“La sobrietà è condizione dello sviluppo”
Quello che serve per Bergoglio è la sobrietà, che “non si oppone allo sviluppo. E’ ormai evidente che è diventata sua condizione. Per la Fao ciò significa anche proseguire nella decentralizzazione, per stare in mezzo al mondo rurale e capire i bisogni della gente che è chiamata a servire”.