A parole tutti sono d’accordo che l’economia verde è una risorsa essenziale per il rilancio dell’economia e come antidoto alla disoccupazione ma incredibilmente si progredisce con estrema lentezza. Molti sono convinti che questa esasperante lentezza sia dovuto soltanto a lobby speculative e corrotte ma negli ultimi 20 anni abbiamo verificato che gioca un ruolo randissimo la disinformazione e l’abitudine a ragionare secondo schemi desueti.
La nostra idea è quella di riuscire a smuovere la situazione creando un’alleanza tra le persone di buon senso su obiettivi elementari e ampiamente condivisi capaci di offrire da subito risparmi e rilancio dell’occupazione.
Il 16 giugno, presenteremo al Senato il Libro Bianco di Ecofuturo Festival con queste tecnologie, in cui mostriamo come è possibile risparmiare 200 miliardi di euro, creare milioni di posti di lavoro, tutelare salute, ambiente e promuovere pace e diritti umani.
Con grande soddisfazione possiamo affermare che siamo riusciti a creare un dialogo e una collaborazione tra l’associazionismo ambientalista, il mondo della ricerca, le imprese innovative e parlamentari di ogni schieramento, risultato certamente importante e inusitato.
E possiamo anche registrare il fatto che il dialogo aperto sta già portando a risultati notevoli. Ad esempio da tempo cerchiamo di mettere in luce l’assurdità di un regolamento sui rifiuti che ha costretto i comuni italiani a conferire in discarica la biomassa ricavata dallo sfalcio e dalle potature delle aree verdi. Cioè i comuni dovevano pagare i costi dello smaltimento di materiali vegetali che hanno invece un valore visto che possono essere utilizzati per produrre biogas utilizzabile e per alimentare generatori di corrente.
Dal 27 maggio questa follia è stata eliminata. Secondo i calcoli della Fiper questo salutare cambiamento normativo permetterà ai comuni di incassare più di 200 milioni di euro all’anno. Un grande risultato ottenuto cambiando una sola parola all’interno di un regolamento! Questo risultato ha richiesto anni di sforzi caduti nel nulla e la mobilitazione di molti ma dimostra che la razionalizzazione è possibile.
E questo ci motiva ad andare avanti: la lista dei risparmi possibili è ancora lunga.
Oggi i comuni di Milano e Roma hanno bollette elettriche che superano i 20 milioni di euro, costi che potrebbero essere ridotti almeno dell’80%. A Padova, nel 2005, in collaborazione con il professor Maurizio Fauri dell’Università di Trento, siamo riusciti a ottenere 1 milione e mezzo di euro di risparmio annuo, sostituendo le lampadine dei lampioni e le caldaie.
Oggi ci sono decine di piccoli comuni che hanno realizzato interventi simili, ma a distanza di 9 anni dai risultati ottenuti a Padova, nessun altro grande comune ha seguito la stessa strada. Ma i settori nei quali sono possibili risparmi e razionalizzazioni sono molteplici.
In Italia non si sono ancora diffusi a sufficienza neppure i termostati. E ci sono ospedali dove si tengono le finestre spalancate a gennaio perché fa troppo caldo e scuole dove i riscaldamenti restano accesi anche di domenica.
L’Italia è poi una nazione ricca di calore sotterraneo, che potrebbe diventare una miniera d’oro grazie ai moderni sistemi geotermici, assolutamente non inquinanti, impianti di piccole dimensioni che si possono realizzare sottoterra e dotare di abbattitori del rumore (le ventole) e che quindi possono non avere impatto ambientale o acustico.
Oggi la depurazione delle acque è un costo gravoso, tanto che buttiamo nei fiumi e nel mare enormi quantità di acque nere. Esistono depuratori di ultima generazione e nella maggioranza dei casi i liquami e i rifiuti organici potrebbero diventare grande fonte di guadagno per le comunità e di lavoro se si realizzassero biodigestori che producono, grazie ai batteri, gas combustibile ottimo per la trazione e per la produzione elettrica.
Moltissime sono le tecnologie innovative che si potrebbero utilizzare in svariati settori, sistemi di pulizia dei fondali attraverso l’aspirazione, che non minacciano le creature acquatiche e che permettono la suddivisione e il riutilizzo dei materiali di risulta (brevetto italiano, Decomar).
Sono disponibili tecnologie che permettono di ricavare bioplastiche dagli scarti agricoli (brevetto italiano Bio-On). Caldaie a pirolisi, che bruciando il gas prodotto dal legno portato a medie temperature sotto vuoto (pirolisi), permettendo la piena combustione con un notevole aumento del rendimento. Utilizzo del gas metano in forma liquida per la trazione. E che dire del fatto che l’Italia recupera solo una frazione minima dell’olio alimentare fritto?
La lista delle possibili azioni sarebbe lunghissima e per questo vi rimandiamo al Libro Bianco di Ecofuturo. Ma non possiamo evitare di nominare quello che forse è il settore nel quale lo spreco è più colossale: abbiamo milioni di case che hanno un livello minimo di isolamento termico. Milioni di tetti, di finestre, di pareti potrebbero essere dotate di isolamenti sufficienti a tagliare i consumi ripagando rapidamente i costi delle migliorie.
Crediamo che oggi sia ormai improrogabile la necessità di avviarsi in modo deciso sulla via della rivoluzione verde. Le nazioni come Germania e Usa, che hanno fatto da tempo questa scelta, mostrano oggi un successo economico che deriva in gran parte dalla riduzione dei costi di sistema dovuti all’inefficienza energetica e al dissesto ambientale.
Per questo cerchiamo di costruire un’alleanza con chi condivide questa convinzione ed è disposto a superare le divisioni per realizzare il cambiamento.
Abbiamo solo questo pianeta. Distruggerlo, rimettendoci pure denaro, è stupido.
Tutti i dettagli sulla presentazione del ‘Libro Bianco di Ecofuturo’ il 16 giugno al Senato