LA VITA OSCENA
di Renato De Maria – Italia 2014, dur. 85 – Con Clement Matayer, Isabella Ferrari
Uno skateboard, del cellophane per ricoprire l’astrazione della morte genitoriale, 17 grammi di cocaina, riviste porno d’antan, e uno sguardo catatonico nella profondità irriducibile e tormentata della propria anima. La Vita Oscena, autobiografia di Aldo Nove, diventa un film di Renato De Maria dove il protagonista Andrea insegue la morte, esplora il sesso e il legame con la madre, rimbalza contro le vetrine del consumo di oggetti, senza modificare espressione del viso. Parlano le immagini e la voce off di Andrea (che è poi dell’attore Fausto Paravidino), non il filino di trama che serve all’amo di una qualsivoglia convenzionale narrazione. Il cinema di De Maria è sempre stato questo: una ricomposizione vorticosa, feroce, libera e libertaria, di un dimensione deformata del reale rielaborata sia nella messa in scena, ma soprattutto in fase di montaggio e commento musicale. Non siamo ai livelli di Paz! e di un personale coup de coeur come Amatemi, ma La vita oscena sa librarsi solitario, indipendente e tragicamente vivo nel crinale artistico in cui parola e immagine si fondono e respirano di cinema. 4/5