“Siamo in duemila, tutti uniti contro un piano industriale inaccettabile portato avanti dalla Whirlpool. Lo sciopero e la manifestazione sono riusciti. Ora deve iniziare una trattativa vera e anche il Governo deve fare la sua parte”. Questo il commento della Fiom al termine della manifestazione di venerdì 12 giugno contro il piano di chiusure ed esuberi presentato dal gruppo statunitense. Il corteo, promosso dalle principali sigle sindacali dei metalmeccanici Fim, Fiom e Uilm, è partito in mattinata da Gavirate per arrivare a Comerio, sede della direzione di Whirlpool. Secondo le agenzie di stampa erano presenti circa 500 persone. A Comerio, sono arrivati diversi pullman dalle città sedi degli altri stabilimenti del gruppo: otto provenienti da Caserta (stabilimento che la dirigenza intende chiudere), uno da Napoli, due da Fabriano (Ancona) e un altro da None (Torino).
I lavoratori della multinazionale americana che produce elettrodomestici hanno scioperato per protestare contro il piano che prevede il licenziamento di oltre duemila persone e la chiusura di quattro siti produttivi. “E’ stata una grande giornata di lotta e solidarietà. La risposta dei lavoratori deve servire affinchè la Whirlpool riveda le proprie scelte”, ha affermato il segretario casertano della Fiom-Cgil, Massimiliano Guglielmi, a conclusione del corteo.
“I lavoratori, uniti, respingono la logica sbagliata delle assunzioni da una parte e delle chiusure dall’altra, e chiediamo all’azienda di cambiare il piano industriale”, ha aggiunto il leader della Fiom Maurizio Landini, anche lui presente alla manifestazione. “Non è accettabile la chiusura dello stabilimento di Caserta, un territorio che, come tutto il Mezzogiorno, sta pagando doppio il prezzo della crisi”.
Il prossimo round dei sindacati con azienda e governo si disputerà il 17 giugno prossimo presso gli uffici del Ministero dello sviluppo economico a Roma.