Questo pomeriggio a Reggio Emilia ci sarà una manifestazione indetta dal comitato per l’acqua pubblica locale insieme a quelli di tutta la regione. E avrà un doppio significato. Il primo è ricordare la vittoria del referendum di quattro anni fa che ha chiesto l’abolizione dei profitti sull’acqua, un tasso fisso che aveva invogliato molti privati ad entrare nel business, e di conseguenza il ritorno della gestione in mano pubblica. Reggio Emilia, come tutta l’Emilia-Romagna, fu uno dei territori dove la popolazione votò più convintamente in favore di questa scelta con 250.000 voti. Il secondo è riuscire a dare la spinta definitiva al processo di ripubblicizzazione del servizio idrico avviata da anni in un inteso dialogo tra comitati, cittadini, associazioni ed enti locali che nelle ultime settimane è stato rimesso in discussione.
Le motivazioni sono state rese note da un documento approvato dal Pd provinciale lo scorso 8 giugno dove si agita lo spettro di un blocco delle attività dei comuni perché questa scelta mettere a repentaglio l’equilibrio economico-finanziario. Motivazioni contestate dai comitati intanto perché discusse e approvate in una sede di partito invece che in quelle istituzionali deputate alla discussione. E poi perché proprio quelle discusse e approvate in quelle istituzionali in questi tre anni di incontri, seminari, dibattiti nella provincia di Reggio Emilia avevano prodotto ben altre conclusioni suffragate da fatti e non da opinioni. In uno studio piuttosto dettagliato redatto dalla società consulting Agenia di febbraio 2015 si legge che “il rientro dell’esborso finanziario iniziale è garantito dal flusso finanziario generato dai ricavi tariffari nel corso degli anni dell’affidamento”. La verità è che il caso di Reggio Emilia potrebbe diventare un segnale importante che la politica che ha riempito le multiutility partecipate come Iren ed Hera di propri rappresentanti senza più mandato e i poteri forti economici coinvolti nella privatizzazione temono più di tutti: il primo caso in Italia di ripubblicizzazione da una multiutility.
Un caso che potrebbe fare da esempio in un paese dove le lotte per la ripubblicizzazione dopo il referendum da Napoli alla Puglia, Lazio e Piemonte si sono moltiplicate con alterne fortune. La verità è che i soggetti privati la gestione dei servizi idrici rimane ancora una forte fonte di guadagno di cui i cittadini fanno le spese con gli aumenti di bolletta. Solo per Iren, a leggere i bilanci tra il 2013 ed il 2014, il 53% del margine operativo è assicurato proprio dall’acqua.
Per questo motivo i comitati per l’acqua bene comune si daranno appuntamento questa sera dalle 17.30 in piazza Casotti a Reggio Emilia promettendo letture, musica, un corteo per la città ed una probabile accampada fino al lunedì successivo, giorno della discussione in comune. Perché una vola di più la parola passi ai cittadini, cioè alla democrazia.