Politica

Grecia, Squinzi: ‘Demoralizzante che Italia non sia invitata ai vertici che contano’

Il presidente di Confindustria ha detto di non trovare giusta la "diarchia Merkel-Hollande". Anche perché "che Merkel parli da una posizione più forte è innegabile, ma che Hollande abbia più voce in capitolo di noi, questo ho difficoltà a capirlo". Peraltro per l'economia italiana la Grexit "sarebbe un disastro"

La Ue è governata, anche per quanto riguarda la crisi greca, da una “diarchia Merkel-Hollande” che lascia fuori l’Italia senza una spiegazione valida. A dirlo è stato il presidente della Confindustria Giorgio Squinzi. Che, dopo aver criticato la proposta di Matteo Renzi sul sindacato unico, sabato ha anche evidenziato come Roma sia in secondo piano nella fase più calda delle trattative tra Atene e i creditori: “E’ demoralizzante vedere che quando fanno i vertici che contano” in Europa “non ci invitano più”, ha sottolineato il numero uno della confederazione degli imprenditori. “Personalmente non trovo giusta questa diarchia Merkel-Hollande e mi auguro che alla fine si ritorni nella giusta considerazione verso il nostro Paese”. Peraltro “che Merkel parli da una posizione più forte, questo è innegabile, ma che Hollande abbia più voce in capitolo di noi, questo ho difficoltà a capirlo. Soprattutto conoscendo l’andamento e i numeri della Francia in questo momento”.

Squinzi ha detto che l’uscita della Grecia dall’euro per l’economia italiana “sarebbe un disastro“: un default di Atene “in un momento in cui abbiamo una serie di fattori esterni favorevoli, il cambio con il dollaro, il costo del petrolio, il quantitative easing di Draghi, una sostanziale tenuta del commercio internazionale, sarebbe una catastrofe“. “Mi auguro che questo non accada”, ha proseguito il numero uno degli industriali, “perché potrebbe portare dei traballamenti all’interno della compagine dell’euro. Quando si inizia a traballare, si sa dove si comincia, ma non dove si finisce. Mi auguro veramente che questo non succeda”.

Parlando della vertenza sugli esuberi Whirlpool, Squinzi ha detto poi che le aziende, “soprattutto quelle delle dimensioni di Whirlpool, fanno delle scelte sulle quali penso che non ascoltino nessuno, salvo il governo. Come Confindustria – prosegue Squinzi – penso che la nostra azione debba essere orientata a rendere minore il divario tra Nord e Sud e quindi che si debba tenere un occhio particolare per mantenere efficiente quello che c’è di investimenti industriali importanti nel Sud sia fondamentale”.