Luca Odevaine è socio del fratello del capitano della Roma, Riccardo Totti. La società nella quale Odevaine è socio al 90 per cento e Riccardo Totti detiene solo il 10 per cento si chiama Reluca Srl e ha acquistato dal dicembre del 2010 al luglio del 2011 tre negozi in zona Ostiense-Garbatella e uno a due passi dal Colosseo per un valore complessivo che dovrebbe aggirarsi sul milione di euro. La proprietà è ben schermata dalla fiduciaria del Monte Paschi Fiduciaria che ne detiene il 100 per cento.
L’amministratore unico è stato Stefano Bravo, 54 anni, noto come il commercialista di Luca Odevaine, arrestato il 4 giugno scorso nella seconda operazione Mafia Capitale. Bravo è l’amministratore dalla fondazione nel 2010 fino al 30 marzo del 2015 quando, dopo l’uscita della notizia che è indagato, prende il suo posto Ginestra Odevaine, 31 anni, figlia di Luca. Il Ros dei carabinieri nell’informativa ai pm Giuseppe Cascini, Paolo Ielo, Michele Prestipino e Luca Tescaroli del 16 febbraio del 2015 riporta il dato senza commenti. “La riconducibilità a Luca Odevaine emergeva in relazione alle comunicazioni fatte dall’istituto bancario” come la riconducibilità del 10 per cento a Riccardo Totti “con mandato fiduciario sottoscritto il 3 dicembre del 2010”.
Attenzione alle date. Quando il maggiore Diego Mazzoli firma la sua informativa sulle proprietà di Odevaine non può conoscere un dato che sarà di pubblico dominio solo a marzo con l’uscita del libro I re di Roma, scritto da Lirio Abbate e dall’autore del presente articolo e pubblicato da Chiarelettere dal quale si scopre che Odevaine era stato il presidente della commissione del Comune di Roma che aveva selezionato proprio un palazzo di una società di proprietà di Francesco Totti per alloggiare le famiglie bisognose. La Immobiliare Ten di proprietà del numero dieci della Roma per l’83 per cento e della madre e del fratello Riccardo per il restante 17 per cento, aveva fatto un grande affare grazie anche alla commissione presieduta da Odevaine quando c’era ancora Veltroni in Campidoglio.
Ancora una volta le date sono importanti: la Immobiliare Ten di Francesco Totti (amministrata dal settembre del 2009 dal fratello Riccardo) compra un palazzo a uso ufficio nella periferia romana a Tor Tre Teste nel novembre del 2007. Pochi mesi dopo, grazie anche alla commissione presieduta da Odevaine, arriva la stipula di un contratto che, tra affitto e servizi come la manutenzione e il portierato costa al Comune di Roma 850 mila euro, poi lievitati fino a 908 mila euro. Per 35 appartamenti in periferia il Comune paga alla Immobiliare Ten dei Totti più di 2 mila e 100 euro al mese per appartamenti di 75 metri quadrati. Dopo l’uscita del libro I re di Roma dove si svelava l’amicizia antica tra la famiglia Totti e Odevaine nessuno ha mostrato grande interesse per questa storia. Ora si scopre che Riccardo Totti non era solo amico come Francesco ma anche socio di Odevaine.
Occhio alle date: nel 2008 Francesco Totti fa l’affarone di Tor Tre Teste mediante la società amministrata da Riccardo. Grazie anche alla commissione presieduta da Odevaine i Totti incassano circa 5 milioni di euro in sei anni. Il contratto, scaduto nel dicembre del 2014, è stato prorogato fino a fine giugno ma probabilmente andrà ancora avanti anche perché il sindaco Ignazio Marino ha detto che “Totti è Totti e a Roma non si tocca”. Nemmeno il calciatore non fosse il Re di Roma, come tutti già dicono scherzosamente, ma proprio il Papa, con tanto di immunità. Ora che Il Fatto ha scoperto che Riccardo Totti e Odevaine hanno fatto affari immobiliari insieme dietro lo schermo di una fiduciaria diverrà davvero difficile per tutti girarsi dall’altra parte. La Reluca ha dichiarato redditi ridicoli pari a 8 mila euro nel biennio 2012-2013 mentre nel 2011 aveva addirittura sofferto una perdita di 4 mila euro e l’amministratore Stefano Bravo è stato pagato in tre anni 11.700 euro.
Nel luglio del 2011 la Reluca Srl compra da un’anziana signora un negozio di 40 metri quadrati che ospita un parrucchiere in via Ostilia, a due passi dal Colosseo. Contemporaneamente la società accende un mutuo con Mps garantito da un’ipoteca del valore di 400 mila euro, 200 mila per il capitale e 200 mila per gli interessi.
Più interessante l’acquisto realizzato nel dicembre del 2010 dalla Reluca: la società acquista tre negozi per 68, 26 e 53 metri quadrati ciascuno in via Tamburini, in zona Ostiense-Garbatella. A vendere è la società Indiano Srl, amministrata da Rodolfo della Casa e prima da Giampiero Azzaro, partecipata al 90 per cento da tal Luca Cieri e al 10 per cento dalla Point break una società di Daniele Pulcini, il costruttore già indagato per i suoi rapporti con il deputato del Pd Marco Di Stefano con società nelle quali appaiono anche Della Casa e Azzaro. Proprio lo stesso Pulcini finito agli arresti domiciliari nell’operazione del 4 giugno, insieme a Stefano Bravo. Quante coincidenze.
Da Il Fatto Quotidiano del 9 giugno 2015