“Sono bisessuale, l’ho detto a mio padre e mi ha detto anch’io, uguale“. A raccontate la sua esperienza è una giovanissima ragazza, mentre partecipa al Gaypride di Roma 2015, e ricordando il suo coming out le viene da ridere. Il colorato corteo parte da piazza Repubblica e attraversa la Capitale. “Sono una drag queen non un trans, molti confondono le cose, vivo di questo lavoro, faccio spettacoli in tutta Italia, ormai non si sconvolge più nessuno, il mio essere gay mi permette di campare”, ci racconta invece Michele, da Perugia. “No alle etichette, sì ai colori”, è lo slogan della giornata, “non giudicate, lasciateci liberi”. “Il nostro carro rappresenta i gorilla, perché vogliamo mostrare la virilità del gay“, spiega un ragazzo. “Le vere maschere sono altre, gli ipocriti, i ladri, i corrotti, qui c’è allegria e ironia”, spiega Vladimir Luxuria, che rilancia rivolgendosi alla politica: “Non è colpa dei pride se non si raggiungono i traguardi, a Renzi dico di allearsi con noi e non con il Ncd” di Irene Buscemi
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