I manifestanti dopo un corteo per le vie del centro si sono accampati in segno di protesta davanti al Municipio. Sono stati costretti a lasciare la piazza verso le 23.30 per mancanza di autorizzazione al campeggio: "Chiediamo partecipazione e trasparenza"
“Ci siamo riuniti a centinaia per un confronto, ma il Comune ci ha impedito il diritto costituzionale alla libera manifestazione”. I comitati per l’acqua pubblica a Reggio Emilia attaccano l’amministrazione dopo il presidio di sabato 13 giugno: al termine del corteo per le vie del centro i manifestanti si sono accampati all’ingresso del Municipio e sono stati sgomberati intorno alle 23.30. Le forze dell’ordine sono intervenute per la mancanza di autorizzazione al campeggio in luogo pubblico.
Nei giorni scorsi la direzione provinciale del Partito democratico aveva bocciato il piano di passaggio alla gestione pubblica del servizio idrico a partire già dal prossimo anno, quando scade il contratto con la multiutility Iren. Per questo motivo i manifestanti hanno annunciato che organizzeranno presidi permanenti nelle prossime ore e soprattutto in concomitanza al consiglio comunale di lunedì 15 giugno. “Dopo quattro anni di lavoro e trattative”, scrive in un comunicato il comitato per l’Acqua pubblica di Reggio Emilia, “in cui si è ribadita più volte la volontà di riportare la gestione dell’acqua in forma pubblica e partecipata, il Pd ha compiuto una vera e propria inversione di rotta in una riunione a porte chiuse e senza alcun coinvolgimento della cittadinanza. Le motivazioni sono basate su valutazioni economiche infondate e che non tengono in nessuno conto gli studi di fattibilità fatti in questi anni. Ribadiamo la necessità di compiere scelte politiche lungimiranti su questi temi, e di assumersene la responsabilità, e richiede con forza un confronto aperto, trasparente, democratico e basato su dati oggettivi e verificabili”.