In un'intervista sul Corriere della Sera il premier sostiene che "redistribuire solo 24mila persone è quasi una provocazione". E annuncia che nei prossimi giorni vedrà Hollande e Cameron: "Va cambiato il principio di Dublino II"
“Redistribuire solo 24mila persone è quasi una provocazione“. L’immigrazione “è un tema grave e diciamolo chiaro le risposte che l’Europa sta dando sono insufficienti“. Matteo Renzi boccia la politica di Bruxelles sul tema migranti e sulle colonne del Corriere della Sera afferma che “nei prossimi giorni ci giochiamo molto dell’identità europea e la nostra voce si farà sentire forte perché è la voce di un Paese fondatore. Se il Consiglio europeo sceglierà la solidarietà, bene – continua il premier – Se non lo farà, abbiamo pronto il piano B. Ma sarebbe una ferita innanzitutto per l’Europa”.
Insomma, Renzi lascia capire che se l’Europa non cambierà il piano per fronteggiare l’emergenza – concepito dopo il naufragio del barcone nel Canale di Sicilia che provocò la morte di almeno 800 persone – l’Italia è pronta a intraprendere altre iniziative. Anche se non svela quali. Quello che è certo è che il presidente del Consiglio vuole coinvolgere il maggior numero di Paesi. Perché l’esodo coinvolge tutti. Lo si è visto bene ieri a Ventimiglia. Dove centinaia di migranti sono bloccati perché la Francia – che con la chiusura delle frontiere di Germania e Austria si è trasformata nella porta di accesso principale per raggiungere il Nord Europa – ha deciso di sigillare il confine, chiudendo la frontiera di Mentone. E ieri nella cittadina ligure la tensione è degenerata con sit-in di protesta e cariche della polizia.
Per questo Renzi è deciso a bussare alla porta di tutti: “Vogliamo lavorare fino all’ultimo per dare una risposta europea. Per questo vedrò nei prossimi giorni Hollande e Cameron e riparlerò con Juncker e Merkel. In Europa va cambiato il principio sancito da Dublino II (lo Stato che deve esaminare la richiesta di asilo è lo Stato dove il richiedente ha fatto il suo ingresso in Unione europea, ndr) e votato convintamente da chi oggi protesta contro il nostro governo”. “La comunità internazionale – riporta ancora il quotidiano di via Solferino – è responsabile di ciò che accade in Libia in ragione dell’intervento di 4 anni fa e della scarsa attenzione successivamente dedicata al tema. Se la Libia non trova un assetto istituzionale, diventa la calamita per fanatici e terroristi e dunque ci stiamo giocando una partita di portata storica”.
Ma per essere più convincente in Europa, Renzi chiede che anche il fronte della politica interna dia un taglio alle polemiche sulla questione immigrazione. L’appello è rivolto soprattutto a Zaia, Maroni e Toti, governatori di Veneto, Lombardia e Liguria che negli scorsi giorni, spalleggiati dal leader della Lega Nord Matteo Salvini, hanno dichiarato di non volere accogliere più migranti nelle loro regioni. “Stiamo aprendo un fronte in Europa difficilissimo – spiega il premier – mi piacerebbe che l’intero sistema istituzionale – compresi i governatori leghisti – facesse il tifo per l’Italia”.
Poi l’attacco alla Lega Nord di Salvini: “Strillare di epidemie significa procurare allarmismo ma tutti i report medici dicono che non è così. Se volessimo fare polemica, potremmo criticare il fatto che la Lega a Strasburgo ha votato contro la proposta di aiutare l’Italia ridistribuendo le quote di immigrati: il colmo! Ma non è tempo di divisione: ieri ho chiamato Zaia e Maroni. Ho offerto e chiesto collaborazione istituzionale”.