“Me lo aspettavo, ci divertiremo al processo”. Giovanni Berneschi, ex presidente di Carige, embra annunciare battaglia dopo il rinvio a giudizio, nell’ambito dell’inchiesta sulla maxi truffa ai danni dell’istituto ligure. La Procura di Genova aveva chiesto il processo il 7 maggio scorso, a poco meno di un anno dagli arresti eseguiti il 22 maggio 2014. “Sono contento che il processo si svolga a Genova – commenta Berneschi – perché ho dieci armadi di documenti, per la difesa, non sarebbe stato semplice spostarli ogni volta. Siamo sereni per mia nuora e sono contento perché così è fuori da questo casino, lei non c’entra: così potrà pensare ai suoi figli”.
A processo con quello che secondo gli investigatori della Finanza era un “carismatico leader ventennale“ capace di condizionare il “management” andranno altre sette persone. La maxi truffa, secondo l’accusa, consisteva nel far acquistare dal ramo assicurativo della Banca immobili e quote societarie di imprenditori compiacenti a prezzi gonfiati per reinvestire le plusvalenze all’estero. La truffa avrebbe fruttato a Berneschi e agli altri indagati circa 22 milioni, che quando l’inchiesta esplose di pensava fossero stati portati in Svizzera. Agli imputati la procura ha contestato il reato di associazione a delinquere finalizzato alla truffa.
Oltre a Berneschi, che era stato arrestato il 22 maggio del 2014, il gup Maria Teresa Rubini ha rinviato a giudizio anche l’ex dell’ad di Carige Vita Nuova (il ramo assicurativo) Ferdinando Menconi, gli imprenditori Sandro Calloni ed Ernesto Cavallini e il commercialista Andrea Vallebuona oltre ad Alfredo Averna, Ippolito Giorgi Di Vistarino e il notaio Piermaurizio Priori. Averna, Di Vistarino e Priori sono accusati di falso aggravato in concorso.
Il giudice ha accolto la richiesta di patteggiamento della nuora di Berneschi, Francesca Amisano, condannandola a 2 anni e 3 mesi oltre alla confisca di beni per un totale di 1,3 milioni di euro.
Il gup ha invece stralciato la posizione dell’avvocato svizzero Davide Enderlin, disponendo che è competente la procura di Milano in quanto il reato più grave a lui contestato, il riciclaggio sarebbe stato compiuto a Milano. Il processo inizierà il prossimo 23 settembre.