Ha la tessera del Pd, ma contro il suo partito è diventato sindaco di Viareggio. Con il 60,33 per cento delle preferenze, al ballottaggio contro il candidato ufficiale del Pd, Viareggio ha scelto Giorgio Del Ghingaro, candidato con una lista civica, 56 anni, tributarista, per risollevarsi dal buco di 100 milioni creato da vent’anni di cattiva amministrazione di sinistra e quattro di destra, che hanno portato la Perla del Tirreno a due commissariamenti tra il 2012 e il 2014.

Sindaco di Capannori dal 2004 al 2014 e re della strategia “rifiuti zero”, Del Ghingaro arriva a inizio stagione turistica in una Viareggio che cade letteralmente a pezzi: ieri un cornicione della passeggiata liberty si è staccato in pieno giorno, fortunatamente senza conseguenze. Come un bagnino, tenterà il salvataggio d’emergenza. Ad affogare la città è soprattutto un sistema di società partecipate fuori controllo. Da lì Del Ghingaro vuole partire. Senza guardare in faccia a nessuno. Non è viareggino e non ha amici a cui rendere favori in città. Soprattutto nel suo partito, il Pd, che lo ha ostracizzato candidando un altro, Luca Poletti, senza neanche passare per le primarie. Del Ghingaro lo ha stracciato al ballottaggio.

Sul suo sito (a fondo pagina) fanno bella mostra di sé 5 stelle allineate. Non una di più, non una di meno. Un caso? Il sindaco non risponde a questa domanda e nemmeno alle altre che ilfattoquotidiano.it gli fa: come commenta il rapporto col “suo” partito che lo ha escluso dalla corsa per Viareggio, o cosa dice della condanna in secondo grado per danno erariale del 2014, quando la Corte dei Conti condannò lui e altri 11 amministratori e funzionari a risarcire il Comune di Capannori per 117mila euro. Appena eletto, ai giornalisti de La Nazione Del Ghingaro si lascia scappare: “Abbiamo voluto opporre alle infamie e alle calunnie un atteggiamento istituzionale che prevedesse solo la presentazione del programma”. “E’ stato un bravo sindaco, uno che prende le decisioni anche da solo. Il danno erariale? Ci sta. Ma ha fatto tanto per la nostra città. Tant’è che c’è stato per due mandati, ma si può dire tre: dopo di lui, è stato eletto il suo vice, Luca Menesini” raccontano a ilfattoquotidiano.it tre ragazzi di Capannori, a Viareggio per una giornata di mare alla spiaggia libera.

La senatrice democratica Granaiola l’ha sostenuto: “Perché i vertici non l’hanno scelto? Me lo chiedo anch’io, è inspiegabile”

Ma perché un uomo che ha avuto tanto successo è stato ostracizzato dal suo partito? La senatrice democratica Manuela Granaiola, che ha sostenuto la sua candidatura, risponde a ilfattoquotidiano.it: “Continuo a chiedermelo anch’io. E’ inspiegabile. In dieci anni di governo a Capannori ha dimostrato di saper amministrare, è una persona di comprovata capacità e invece non lo si è voluto nemmeno mettere al confronto con delle primarie, strumento in cui il Pd ha sempre riposto fiducia. Cecità politica? Personaggio scomodo? Può darsi. E’ una persona autorevole, competente, essendo un commercialista fiscalista. Forse perché non è malleabile? Io l’ho sempre sostenuto perché in coscienza credo sia l’uomo giusto per risollevare Viareggio. Adesso mi auguro che le riflessioni interne al Pd non manchino, non solo a livello locale, ma anche nazionale visti i risultati”. Gloria Puccetti, ex vicesindaco viareggino, tra i silurati dall’ultima giunta di sinistra (guidata dall’ex sindaco Leonardo Betti), aggiunge: “Quando sposa una causa la porta fino in fondo, mentre gli appartenenti al Pd obbediscono alla linee guida. E’ un uomo coraggioso che ha operato delle scelte spesso in contrasto col suo partito, penso alla partita ambientale, alla questione inceneritore e cementificazione” aggiunge

Del Ghingaro non è l’unico ad avere pendenze giudiziarie, tra i sindaci appena eletti in Versilia. A Pietrasanta torna dopo 5 anni Massimo Mallegni (centrodestra), nel 2012 condannato per mobbing contro i vigili urbani a un anno e tre mesi, reato poi caduto in prescrizione.

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