Dopo tre fumate nere l'assemblea è riuscita a nominare i nuovi vertici. Ernesto Maria Ruffini, protagonista di diverse Leopolde e autore di L'evasione spiegata a un evasore, guiderà la trasformazione della società più odiata dai contribuenti: il progetto del governo è di spostarla alle dipendenze del Tesoro e renderla un presidio a difesa del cittadino contro eventuali errori degli enti impositori. Busa confermato presidente
Dopo tre fumate nere e oltre due mesi di stallo, l’assemblea dei soci di Equitalia – cioè l’Agenzia delle Entrate con il 51% e l’Inps che ha il 49% – ha nominato il nuovo amministratore delegato. La scelta è caduta sul tributarista renziano Ernesto Maria Ruffini: una soluzione di compromesso, caldeggiata da Palazzo Chigi, che mette fine al braccio di ferro tra il Tesoro, favorevole alla riconferma del precedente numero uno Benedetto Mineo, e la direttrice delle Entrate Rossella Orlandi, che spingeva per la soluzione interna attraverso l’affidamento della gestione operativa all’attuale direttore di Equitalia Veneto Mauro Pastore. In caso di ulteriore slittamento, del resto, le conseguenze rischiavano di essere pesanti: gli organi sociali sono arrivati a scadenza il 30 aprile e da ora in poi, trascorsi anche i 45 giorni di prorogatio, i loro atti sarebbero stati nulli. Alla presidenza è stato confermato Vincenzo Busa.
Dietro lo stallo c’era peraltro una partita più grossa: quella sulla futura collocazione della società incaricata della riscossione dei tributi e notoriamente poco amata dai contribuenti. Il piano industriale messo a punto nei mesi scorsi da Mineo – la cui riconferma era caldeggiata in particolare dal sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti – prevede che Equitalia sia sottratta al controllo delle Entrate e passi alle dipendenze di via XX Settembre. Non più mero “braccio armato”, dunque, ma ente autonomo con la facoltà di vagliare la qualità dei ruoli trasmessi dall’Agenzia (cioè gli elenchi dei contribuenti associati alla somma dovuta) ed eventualmente rimandare indietro quelli scaduti e non più esigibili. Insomma, un controllo preventivo che dovrebbe scongiurare nuovi casi di “cartelle pazze” e ribaltare – questo l’auspicio – l’immagine del gruppo della riscossione: da spauracchio dei cittadini a presidio contro gli eventuali errori degli enti impositori. Non solo le Entrate ma anche l’Inps e i Comuni. A questa soluzione è contraria Orlandi, che non vuole perdere il controllo sulla società.
Alla presidenza di Equitalia è stato invece confermato Vincenzo Busa, che ha assunto la carica nel settembre 2014 dopo che la Orlandi ha fatto saltare la prevista nomina di Luigi Magistro, ex numero due di Attilio Befera e oggi commissario del Mose.