Rosa De Pasquale, ex parlamentare del Pd bocciata alle ultime elezioni, era stata messa dal governo Renzi a capo dell'ufficio scolastico regionale toscano, ma la nomina era stata annullata dalla Corte dei Conti tra le altre cose perché non aveva i requisiti per ricoprire quel ruolo. Ora l'esponente dem è rientrata dalla porta principale: il Consiglio dei ministri di 4 giorni fa l'ha nominata capo dipartimento al Ministero dell'Istruzione, sopra quegli stessi dirigenti per svolgere le cui funzioni non aveva i requisiti
La Corte dei Conti aveva annullato la sua nomina a capo dell’ufficio scolastico regionale della Toscana. Ma Rosa De Pasquale, ex parlamentare del Pd trombata alle ultime elezioni, al ministero dell’Istruzione ci rientra lo stesso. E non dalla finestra, ma dalla porta principale. È lei infatti il nuovo responsabile del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione del Miur, ovvero il dipartimento da cui dipende tutto il sistema scolastico nazionale. La nomina è avvenuta su proposta della responsabile del dicastero Stefania Giannini nel corso dell’ultimo consiglio dei ministri dell’11 giugno.
De Pasquale era senza i requisiti necessari per l’incarico in Toscana? Nessun problema, là ci mandiamo un altro dirigente. E lei la facciamo addirittura capo di quel dirigente. Per Matteo Renzi le questioni si risolvono anche così. In barba al provvedimento della Corte dei conti che lo scorso dicembre aveva giudicato l’ex deputata del Pd priva dei “requisiti di particolare e comprovata qualificazione professionale, non rinvenibile nei ruoli dell’amministrazione”. E aveva bocciato la sua nomina, avvenuta a settembre, a capo dell’ufficio scolastico della regione del premier. Prima di prendere una figura dall’esterno, il governo avrebbe dovuto infatti accertare l’assenza delle medesime competenze all’interno del Miur, anche per “ragioni di contenimento della spesa pubblica”. Insomma, secondo i magistrati contabili le esperienze professionali di De Pasquale non garantivano niente di più di quanto il ministero potesse già reperire tra i suoi dirigenti in servizio.
A nulla erano servite le argomentazioni articolate dal Miur, che aveva ricordato come De Pasquale avesse in passato ricoperto un incarico di reggenza dell’ufficio scolastico di Firenze. Inutile per lei anche l’esperienza politica all’interno della commissione Cultura e istruzione della Camera nel corso della penultima legislatura, prima di fallire la rielezione nel 2013. La Corte dei conti aveva detto che no, quel ruolo De Pasquale non poteva proprio ricoprirlo. Un niet che Renzi si era già sentito dire per Antonella Manzione, scelta come capo del dipartimento per gli Affari giuridici e legislativi di Palazzo Chigi. In quel caso però il parere negativo era rientrato. Non così per De Pasquale, la cui procedura di nomina per i magistrati contabili rischiava di configurarsi come “un surrettizio canale di reclutamento, parallelo rispetto alle forme ordinarie”, basate sul “principio di rango costituzionale dell’accesso al rapporto di lavoro pubblico a seguito del superamento di pubblico concorso”.
Parole che non hanno fatto desistere Renzi e il ministro Giannini dal firmare la nuova nomina. Dal Miur fanno sapere che questa è diversa dalla nomina precedente, in quanto “di tipo fiduciario”, e sostengono che il provvedimento della Corte dei conti “non era stato causato da mancate qualità nel curriculum di De Pasquale, ma da una questione amministrativa”. La vedranno così anche i giudici? Non resta che attendere.
@gigi_gno