Qualche tempo fa ho scritto su questo blog un articolo dal titolo: “Lega Nord-Forza Italia, questa lunga storia d’amore” chiedendomi quanto sarebbe durato l’idillio fra i due amanti più volte interrotto da liti furibonde e insulti di ogni genere ma resuscitato miracolosamente ad ogni appuntamento elettorale.
La tormentatissima love story sopravvive da più di 20 anni e ha superato scogli che parevano insormontabili come gli attacchi di Bossi che dava allegramente del mafioso e del fascista a Berlusconi fino ad arrivare ai giorni nostri con la famosa cena romantica fra Salvini e Berlusconi tra le mura di Arcore a sancire la ritrovata passione dopo l’aborto del Patto del Nazareno. Salvini, giusto per rinfrescare la memoria ai suoi più accaniti sostenitori pronti ad azzannare chiunque sui social network ne metta in dubbio la coerenza, lo scorso 14 dicembre aveva dichiarato: “No ad alleanze con il Pdl. Con Berlusconi di cosa parlerei? Solo di bunga bunga e di giustizia” per poi determinare con l’appoggio della Lega la vittoria del nuovo rampollo di Forza Italia Toti oggi governatore della regione Liguria anche grazie ai voti del Carroccio.
Ma il meglio doveva ancora arrivare e subito dopo le Regionali, aspettando i ballottaggi delle comunali, la lunga storia d’amore è diventata una cosa a tre con Zaia, Maroni e Toti nel mezzo uniti più che mai grazie al “viagra” dei respingimenti. Le loro letterine ai prefetti dove i tre all’unisono dicono che non vogliono più accogliere nemmeno un profugo perché le località turistiche non devono essere infestate da presenze indesiderate e perché “le risorse sono finite” meriterebbero una rivisitazione cinematografica della famigerata letterina di Totò e Peppino alla Malafemmina: “Prefetto, veniamo noi con questa mia addirvi una parola che scusate se sono pochi ma il 15% di migranti noi ci fanno specie che quest’anno c’è stato una grande moria delle vacche come voi ben sapete. Salutandovi indististamente Toti, Maroni e Zaia”.