Cronaca

Sicilia: blackout dati su elezioni e Cup. ‘Regione non ha pagato gestione server’

Nel giorno dei ballottaggi in tredici comuni, servizi e informazioni relative al voto vanno in tilt. Al centro un contenzioso tra Sicilia e-servizi, società regionale partecipata, e gli ex soci privati, che hanno continuato a mantenere la proprietà del server, che si trova in Valle d’Aosta

In Sicilia non è possibile conoscere i dati dell’affluenza ai ballottaggi. E anche il Cup, cioè il Centro unico di prenotazioni sanitarie e l’anagrafe – oltre ad altri servizi erogati dall’ente Regione – sono finiti in tilt. A rischio anche il 118: un semplice guasto al sistema, con il server in questo momento scollegato, manderebbe tutto all’aria. La colpa è di un blackout informatico annunciato e scattato nella serata di domenica 14 giugno. E si tratta di un guasto improvviso, perché è l’effetto di un contenzioso tra Sicilia e-servizi, cioè la società regionale partecipata, guidata dall’ex pm Antonio Ingroia, che si occupa dell’informatizzazione e gli ex soci privati, Engineering e Accenture. Sono stati loro a staccare la spina al servizio informatico regionale poco prima di mezzanotte, scadenza dell’ultimatum alla Regione per pagare i suoi 88 milioni di euro di debiti. E il risultato è la paralisi del sistema informatico siciliano.

Il blackout di Sicilia e-Servizi incide quindi anche sul secondo turno delle amministrative: alle 15, infatti, sono stati chiusi i seggi in tredici città della Sicilia chiamate a scegliere il nuovo sindaco, ma già da ieri sera i collegamenti negli uffici di Sicilia e-Servizi erano crollati, paralizzando di fatto i servizi informatici regionali. Lievi ritardi anche nelle operazioni di spoglio, visto che è finito fuori uso anche il sito internet utilizzato per gestire i flussi elettorali e aggiornare in diretta i risultati di voto. Già questa mattina, invece, erano stati sospesi i portali dei centri di prenotazione delle aziende sanitarie provinciali.

Una battaglia cominciata nel 2013, quando il governatore Rosario Crocetta ha nominato l’ex procuratore aggiunto Antonio Ingroia liquidatore della società, passata interamente a capitale pubblico (prima era mista). In un primo momento Crocetta voleva chiudere Sicilia e-Servizi, bollata come uno dei tanti “carrozzoni” mangiasoldi della Regione. In seguito, però, il governatore aveva deciso di mantenere in vita la società nominando Ingroia amministratore unico. “E’ gravissimo, inaccettabile e inaudito quello che ha fatto l’ex socio privato di Sicilia e-Servizi, non si può staccare la spina a servizi informatici importantissimi che mettono a rischio anche la salute delle persone”, dice l’ex magistrato, che nella sua veste di amministratore della società è finito accusato dalla Corte dei Conti per un danno erariale da 100mila euro (insieme allo stesso Crocetta e alcuni ex assessori regionali).

“Mi rivolgerò oggi stesso al Prefetto – continua Ingroia – affinché intervenga per porre fine a questa vergogna e ripristinare il servizio al più presto”. Oltre alle operazioni di conteggio dei voti e ai centri prenotazione delle Asp, Sicilia e-Servizi gestisce anche la contabilità economica della Regione, il pagamento degli stipendi dei dipendenti, l’anagrafe, la posta elettronica della Regione: tutti servizi che potrebbero crollare a breve. Nel frattempo Crocetta è intervenuto personalmente per cercare di sbloccare la situazione, mentre le operazioni di spoglio procedono con sistemi alternativi e un inevitabile ritardo.