L'attaccante colombiano per cui Galliani è disposto a pagare 35 milioni di euro al Porto dice che i rossoneri sono solo una delle squadre che lo vorrebbero. Resta il sogno Ibrahimovic (l'alternativa è Luiz Adriano), ma per il neo tecnico serbo sono fondamentali rinforzi di peso in difesa: da Miranda a Godin, ecco i nomi
Dall’immagine di Galliani che a gennaio sorride mesto ai fotografi che lo immortalano mentre citofona a casa di Mattia Destro, implorando sei mesi di prestito per regalare una punta a Inzaghi. Estrema sintesi di fine impero. All’immagine di Galliani che settimana scorsa stringe vigorosamente la mano a Nelio Lucas, a bordo del jet privato di quest’ultimo, mentre si recano a Oporto per pagare al Porto l’intera clausola rescissoria di 35 milioni per il centravanti colombiano Jackson Martinez. Bucolica raffigurazione di opulenza e abbondanza. In queste due istantanee gli ultimi sei incredibili mesi del Milan: passato da un budget di mercato pari a zero, prima della proposta di vendita firmata col broker thailandese Bee Taechaubol, al nuovo budget che dovrebbe assestarsi sui 120 milioni per l’estate. A guardarle bene poi, le due fotografie regalano anche altri particolari, su tutti il marchio Doyen rappresentato da Lucas. Sarà questa la linea guida del mercato estivo rossonero.
Ufficializzato oggi pomeriggio il nuovo tecnico Sinisa Mihjalovic, poche ore dopo l’annuncio della risoluzione del contratto di Inzaghi, ora la dirigenza deve allestire una squadra in grado di fare meglio dell’ultimo campionato, il peggiore nell’era dei tre punti a vittoria. Il budget è appunto di 120 milioni. Il primo acquisto Jackson Martinez, anche se, mentre giunge notizia che i medici rossoneri sono in Cile per effettuare le visite mediche al colombiano, impegnato in Coppa America, lui ha dichiarato: “Non c’è nulla di fatto, il Milan è solo una delle squadre che mi vuole”. Il sogno Ibrahimovic, che ha quasi 34 anni e un altro anno di contratto con il Psg a 15 milioni netti a stagione. L’idea del Milan è che Ibra rescinda (oggi è stato fotografato a Doha a casa dello sceicco Al-Khelaifi, presidente del Psg) per farlo arrivare a parametro zero e poi spalmargli lo stipendio su due o tre anni. Sempre per l’attacco, gira il nome del brasiliano Luis Adriano, brasiliano in scadenza con lo Shakhtar.
Il problema è che il Milan in attacco ha già Pazzini, Cerci, Honda, El Shaarawy, Suso, Menez e Mastour, più Niang e Matri (rientrati dai prestiti a Genoa e Juve). Come al solito, l’abilità nel starà nello sbarazzarsi delle eccedenze piuttosto che nel comprare. Tutto questo movimento in avanti è poi poco comprensibile, che la squadra la scorsa stagione ha fatto 1,27 punti a partita per carenze a centrocampo e in difesa. A meno che non ci sia la necessità di mostrare il nuovo imprinting sociale. Il calciomercato 2014 ha segnato un giro di affari complessivo di 3,5 miliardi, di cui un settimo speso come commissione a procuratori e Tpo (third party ownership). E in Italia il rapporto è stato più alto, con 48 milioni dati sui 248 spesi in totale. Ecco quindi che Martinez si configura come uomo Doyen, il fondo d’investimento calcistico (non si può più parlare di Tpo, perché la Fifa dal 1 aprile li ha vietati) il cui rappresentante Nelio Lucas, quello dell’aereo con Galliani, è stato determinante nella proposta d’acquisto di Mr. Bee, anche se ufficialmente figurava come consulente. Ibra è invece risaputo sia uomo di Mino Raiola, che il mercato del Milan lo fa e lo disfa da anni.
Accontentati i due più importanti fiduciari rossoneri Raiola e Doyen con trattative che riguardano i gioielli (che ci si può permettere) della loro scuderia, ora il Milan deve però consegnare a Mihjalovic una squadra che parta dal rinnovare una difesa che l’anno scorso ha subito ben 50 gol, e in cui nessuno tra Mexes, Zapata, Alex, Paletta e Bonera è sembrato all’altezza. Il sogno sarebbe prendere uno tra due campioni noti al grande pubblico come il tedesco Hummels del Borussia Dortmund (27 anni) e l’uruguagio Godin dell’Atletico (29 anni), ma entrambi non si muovono per meno di 30 milioni ed è assai difficile che rinuncino alla Champions. Più percorribili le strade per il tunisino Abdennour (25 anni) del Monaco o per il brasiliano Miranda (30 anni) dell’Atletico, entrambi si portano a casa con meno di dieci milioni. Più probabile il secondo. Inutile sottolineare che l’Atletico è squadra di orbita Doyen, che già lo scorso anno ha agevolato il giro di prestiti Perez–Cerci–Torres.
Ma nonostante questa liaison affaristica è quasi impossibile che da Madrid approdi a Milano il centrocampista turco Arda Turan (28 anni), la cui clausola di rescissione supera i 40 milioni. E neppure Kondogbia (22 anni) nazionale francese del Monaco, il cui cartellino è controllato direttamente da Doyen, che si muove per 27 milioni e su cui hanno puntato molti grandi club. Se il Milan ha ritrovato i soldi, mancano le coppe e il nome deve ancora rifarselo. Ecco quindi che per il centrocampo spunta Imbula (22 anni), congolese di passaporto francese dell’Olympique Marsiglia su cui c’è anche l’Inter. Tutti nomi stranieri quelli che girano. Eppure poche settimane fa il presidente Silvio Berlusconi aveva dichiarato che avrebbe imposto “un Milan di italiani”. Dalla Sampdoria potrebbe arrivare Roberto Soriano e dal Genoa Bertolacci, entrambi 24enni di belle speranze. Ma poco altro. Gli altri italiani sono infatti nomi di ripiego, a partire dalla difesa (Astori) fino all’attacco (Okaka). La sensazione è che a settembre si vedrà un Milan italiano in campo solo se lo sarà anche in società. Ovvero se la trattativa con Mr Bee non dovesse concludersi, e nelle casse rossonere tornerà a non esserci più un euro.