La corte di Giustizia europea ha approvato ufficialmente il programma Omt, lanciato nel 2012 nel pieno della crisi finanziaria e mai concretamente attivato. A fare ricorso contro l'acquisto di titoli di Stato dei Paesi in difficoltà sono stati 35mila cittadini tedeschi. Il tribunale supremo della Germania ha rimandato la questione ai giudici europei
Uno a zero per Mario Draghi. La corte di Giustizia dell’Unione europea, basata in Lussemburgo, martedì ha infatti dichiarato “compatibile con le norme comunitarie” il programma di acquisto di titoli di Stato a breve termine dei paesi dell’Eurozona in crisi da parte della Banca centrale europea. La Corte si è pronunciata su ricorso della Corte costituzionale federale tedesca, a cui si erano rivolti 35mila cittadini tedeschi contrari all’idea che la Bundesbank fosse chiamata a contribuire all’attuazione del programma. Secondo i ricorrenti, il meccanismo noto come “scudo anti-spread” violava il divieto di finanziamento diretto ai bilanci dei singoli Paesi da parte della Bce. Divieto in base al quale l’istituto centrale non può stampare moneta per consentire agli Stati di fare debito.
Il meccanismo di acquisto di titoli, in gergo Outright monetary transaction (Omt), è stato annunciato dal numero uno dell’Eurotower nel discorso del 26 luglio 2012, quando Draghi ha detto che “nell’ambito del suo mandato, la Bce” era “pronta a salvaguardare l’euro con ogni mezzo. E credetemi, sarà sufficiente”. Parole che sono state sufficienti per frenare le manovre speculative in corso in quel periodo e tamponare l’aumento dei tassi di interesse che erano schizzati a livelli record. Di fatto, il programma non è mai stato attivato. Ma potrebbe succedere, per esempio se la crisi greca determinasse un contagio su altri Paesi europei. Gli acquisti sono però condizionati al fatto che il Paese che li chiede abbia negoziato un programma di salvataggio con l’Europa.
“La Corte constata che il programma Omt, alla luce dei suoi obiettivi e dei mezzi previsti per raggiungerli, rientra nella politica monetaria”, spiega l’istituzione con sede in Lussemburgo, il cui avvocato generale della Corte Ue, Pedro Cruz Villalón, si era pronunciato a metà gennaio anticipando la sentenza di legittimità. “Il suddetto programma è, al tempo stesso, idoneo a preservare l’unicità della politica monetaria e a contribuire all’obiettivo principale di quest’ultima, che è il mantenimento della stabilità dei prezzi“. Queste condizioni e il fatto che gli eventuali acquisti avvengano sul mercato secondario (cioè non al momento dell’emissione) consentono secondo i giudici di “escludere che l’attuazione del programma Omt abbia, in pratica, un effetto equivalente a quello dell’acquisto diretto di titoli di Stato presso le autorità e gli organismi pubblici degli Stati membri”.
Secondo Yves Mersch, consigliere esecutivo della Bce, “la Corte ha riconosciuto che la Bce gode di un ampio spazio di manovra nel definire e realizzare la politica monetaria”. In particolare, “non solo la Corte ha confermato che la Bce ha agito con buon senso, e nell’ambito del suo mandato, ma ha anche notato che sia l’obiettivo che la progettazione del programma (l’Omt, ndr) ricadono pienamente nel Trattato”.
Dalla Germania, al contrario, arrivano giudizi pesanti: il presidente dell’istituto di ricerche Ifo, Hans-Werner Sinn, ha parlato di “un errore increscioso” perché lo strumento “oltrepassa chiaramente il mandato” della Banca centrale. E “la Corte costituzionale tedesca, che presto arriverà a una sentenza, non dovrebbe lasciarsi ingannare da questo parere”.