Moda e Stile

Hermès, quando il carré diventa opera d’arte: l’iconico foulard interpretato da Julio Le Parc

Lanciato nel 1937, il carré e i suoi 90x90 cm di seta sono diventati un vero e proprio rito di passaggio obbligato per l'eleganza di ogni donna anche grazie alla mitologia creata nel corso del tempo dalle fotografie iconiche di Audrey Hepburn e Jackie Onassis: nel progetto Editeur l'artista ha realizzato una serie di variazioni su sei quadri che compongono la sua leggendaria serie di dipinti intitolata La Longue Marche

di Cecilia Ermini
Hermès, quando il carré diventa opera d’arte: l’iconico foulard interpretato da Julio Le Parc

Unire alto artigianato e arte contemporanea sembra, ai giorni nostri, un connubio destinato ai sognatori, ai cocciuti dell’utopia, a coloro che amano sperimentare il gusto della sovversione ma la recente presentazione, ieri a Basilea, della nuova “puntata” di Hermès Editeur sembra felicemente smentirci. Hermès Editeur è progetto speciale della maison che affida, a cadenza quasi triennale, le stampe dei suoi foulard ad artisti simbolo dei giorni nostri e che giunge al quarto capitolo della sua avventura. Non è un caso che quest’ultima collaborazione, con l’artista argentino Julio Le Parc, dopo la precedente con Hiroshi Sugimoto datata 2012, ritorni a un confronto con la riflessione sulla pura forma geometrica, sulle configurazioni e le flessioni del quadrato, come nella prima folgorante tappa che riportava in vita sulla seta le suggestioni quadrangolari di Joseph Albers, esponente ante-litteram, già negli anni ’40, della Optic Art.

I fondamenti di questo movimento astratto – nato intorno alla metà degli anni ’60 in risposta a un cambiamento globale della società ma soprattutto della tecnologia – enfatizzavano l’esperienza dello spettatore esplorando gli effetti ottici della pittura grazie a un costante gioco di variazioni sul colore, la luce e l’ombra. Julio Le Parc ha freneticamente sperimentato, con l’instabilità della luce e con la velocità, la vibrazione dei pigmenti in un invito continuo, a colui che guarda, a investigare le infinite combinazioni delle forme e del proprio nervo, mai come in questo caso, “optico”. Per Hermès, l’artista ha realizzato una serie di variazioni su sei quadri che compongono la sua leggendaria serie di dipinti intitolata La Longue Marche e il risultato è qualcosa di ancora più radicale, rispetto all’opera del 1974-75, dove “non-colori” come il bianco, il grigio e il nero si sposano al fluo dell’arancione, del rosso e del verde seguendo una scia sinuosa, un labirinto cromatico che si trasforma in un vero e proprio rompicapo per lo sguardo (di sicuro anche per i sapienti artigiani che realizzano i foulard della maison).

Lanciato nel 1937, il carré e i suoi 90×90 cm di seta sono diventati un vero e proprio rito di passaggio obbligato per l’eleganza di ogni donna anche grazie alla mitologia creata nel corso del tempo dalle fotografie iconiche di Audrey Hepburn e Jackie Onassis, dalle uscite pubbliche di regine come Grace Kelly ed Elisabetta d’Inghilterra, dai variopinti utilizzi in film come Il diavolo veste Prada (il “volo” di decine di carré nelle strade New York) ma anche l’indimenticabile Basic Instinct (in un personalissimo utilizzo bondage del foulard a opera di Sharon Stone). Una storia lunga ottant’anni che non ha mai avuto, per scelta, un singolo designer ma si è sempre affidata all’estro di giovani talenti, come nel caso di Pierre Marie, autore di alcuni carré Hermès ma anche collaboratore di grandi stilisti e prossimo autore della locandina dell’attesissimo film di Luca Guadagnino A Bigger Splash.

Al giovane illustratore francese è stata affidata, lo scorso autunno, anche la realizzazione di un sito strabiliante e divertentissimo: La Maison des Carrés, una casa virtuale in continua trasformazione, a seconda del tempo e delle stagioni, dove il visitatore troverà tante stanze nelle quali ritrovare i foulard prodotti negli anni. Pierre Marie ha disegnato il curioso edificio, dove immagini e disegni dai colori brillanti si stagliano sulla facciata gioiosa mentre le piccole finestre si aprono su una camera del tesoro, un saloon, una sala cinematografica e anche su una “boy’s room”, dedicata allo shopping per soli uomini. Come un vero architetto-decoratore, Pierre Marie ha immaginato ogni stanza e ogni dettaglio, inventando un linguaggio visivo ricco e incredibilmente vario, un microcosmo labirintico ma funzionale dove è possibile ordinare il carré preferito fra le migliaia disponibili. Nel sito-casa, da oggi, troveranno spazio anche i carré di Le Parc che con le loro scie di colore sembrano suggerire il movimento infinito, e proiettato nel futuro, dell’eleganza imperitura di questo storico marchio francese.

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