Il miliardario conservatore attacca il capo della Casa Bianca ("l'America ha bisogno di un vero leader"), la Cina, "che ci sta uccidendo commercialmente" e sottolinea il pericolo costituito dell'estremismo islamico "che è la minaccia più grande". Con la candidatura, il sessantanovenne imprenditore repubblicano dovrà pubblicare il suo patrimonio personale, mai reso noto prima d'ora
“L’America non è più capace di vincere. Il nostro Paese ha bisogno di un vero leader, di un leader forte. Barack Obama non è un leader, è un cheerleader”, con queste parole il miliardario Donald Trump ha ufficializzato la sua corsa alle primarie del Partito Repubblicano che decreteranno chi dovrà sfidare il candidato democratico per la Casa Bianca. E’ il 12° politico in corsa tra le file del Grand Old Party.
L’annuncio della candidatura di uno degli uomini più ricchi degli Stati Uniti è arrivato davanti ai fan riunitisi alla Trump Tower di Manhattan, rivendicando la propria ricchezza personale come businessman. “Non ho bisogno dei soldi di nessuno, nemmeno di quelli dei lobbisti che non hanno nessuna possibilità di influenzarmi. Userò le mie ingenti risorse personali”.
Donald, figlio di Fred Trump già ricco imprenditore edile di New York, è proprietario, tra le altre cose, del famoso programma televisivo della Nbc “The Apprentice”, è comproprietario dell’avveniristico “Palm Trump International Hotel and Tower” con sede a Dubai e gli apparteneva, tra il 1988 ed il 1995, pure il prestigioso Hotel Plaza di New York. Sotto i riflettori dei media di tutto il mondo, nel corso degli anni è finita inevitabilmente anche la sua, a dir poco movimentata, vita privata. Il magnate americano è padre di cinque figli, concepiti da tre mogli, tra cui – come prima relazione coniugale – la più famosa Ivana Marie Zelníčková, ex fotomodella e conduttrice tv.
Trump ha definito le politiche di Barack Obama “disastrose” e ha attaccato subito il gigante cinese e l’estremismo islamico, che rappresentano le due principali sfide strategiche per gli Usa nei prossimi decenni. “La Cina commercialmente ci sta uccidendo – ha detto il conservatore nato nel 1946 a New York – il terrorismo islamico rappresenta più che mai una minaccia, e il Messico ci manda un flusso di persone che hanno problemi, e magari qualcuno arriva anche dal Medio Oriente“.
Termina il suo intervento mediatico al grido di “Fare l’America di nuovo grande” e attacca l’amministrazione democratica, colpevole a suo dire di essere in odor di socialismo per l’Obamacare. Inoltre, a seguito della candidatura il magnate americano dovrà rendere noto ufficialmente l’entità del suo patrimonio personale, che secondo il Washington Post si aggira sui 9 miliardi di dollari.