Scuola

Scuola, Renzi: “Con 3mila emendamenti, quest’anno niente assunzioni”

“E’ conseguenza delle scelte dell’opposizione”, dice il presidente del Consiglio a Porta a Porta. La richiesta alle minoranze, esplicitata dai suoi fedelissimi, è quella di ritirare gli emendamenti, in modo da neutralizzare gli ostacoli alla riforma Giannini. Minoranza Pd, Sel e M5s, da tempo chiedono la separazione tra il cammino della riforma e quello delle assunzioni, da mandare avanti con decretazione d'urgenza

“Con tremila emendamenti in commissione i 100mila insegnanti non si assumono entro l’anno, sta nei fatti. Se ci sono gli emendamenti, se sono tutti contrari, sembra che sia io l’unico che vuole assumerli. Ma se tutto il mondo della scuola è in rivolta bisognerà discutere, e le assunzioni si faranno per l’anno prossimo”. Matteo Renzi, ospite a Porta a Porta, fa retromarcia rispetto alle promesse e alle rassicurazioni fatte in questi mesi e scarica la responsabilità dello slittamento al 2016 sulle proposte di modifica delle opposizioni al ddl. Che, peraltro, come la minoranza Pd, chiedono di separare il cammino della riforma La Buona Scuola da quello delle assunzioni dei precari. Lo conferma a chiare lettere anche il segretario Cgil Scuola Mimmo Pantaleo: “Renzi non si assume le sue responsabilità. Si faccia uno stralcio delle assunzioni”.

Alla vigilia della prima prova dell’esame di maturità, dunque, i nodi sui tempi di approvazione e di effettiva realizzazione delle assunzioni, vengono al pettine. E il problema è proprio legato alla mancata divisione tra il percorso parlamentare della “Buona scuola” e la decretazione d’urgenza richiesta a gran voce sulla stabilizzazione dei precari. Niente da fare. Il governo ha sempre tenuto le due questioni nello stesso provvedimento. E così facendo, chi si oppone alle misure contenute nella riforma Giannini, come i super-poteri ai presidi, autonomia scolastica, scuole paritarie, finisce per “ostacolare” le assunzioni. Da qui quello cha da più parti è definito il ricatto del premier, che sottintende la richiesta di ritirare gli emendamenti alla riforma. E la conferma di questa tesi arriva proprio dalle parole di un fedelissimo renziano, Andrea Marcucci (presidente della commissione Istruzione), che chiede il ritiro degli emendamenti: “Ora che anche le assunzioni sono a rischio per il 2015, vedremo se nelle prossime ore si ridurranno gli emendamenti, compresi quelli della minoranza Pd”. Infatti Renzi, a Porta a Porta, parla anche di ultimatum sulla riforma dell’Istruzione: “Faccio tesoro del suggerimento di Lula. Se sei convinto di aver ragione ma hai l’opinione pubblica contro fai una conferenza nazionale, racconti la tua proposta, ascolti le critiche e poi decidi. A inizio luglio faccio una conferenza sulla scuola, sento tutti, dai sindacati alle famiglie per un giorno e dopo si decide”.

“ABBIAMO INVOCATO LO STRALCIO, ECCO IL RISULTATO” – Sullo slittamento delle assunzioni interviene per primo Sinistra Ecologia Libertà e il suo coordinatore nazionale Nicola Fratoianni ricorda a Renzi di avere avanzato “decine di volte lo stralcio della parte relativa alla stabilizzazione dei docenti precari, dicendo che avremmo votato anche noi subito un decreto per la loro assunzione”. E chiede al presidente del Consiglio di “non prendere in giro gli insegnanti e gli italiani abusando della Tv” e di non provare “neanche a buttare la responsabilità dell’incapacità del governo sulle opposizioni e sul Parlamento“.

“RICATTO PER NASCONDERE MANCANZA DI COPERTURE” – La senatrice Sel Alessia Petraglia parla inoltre di “ricatto”, perché “i tremila emendamenti non costituiscono un’ostruzione”. Secondo la parlamentare “la verità è che il governo non ha trovato le coperture per le assunzioni“. A settembre, continua, “verranno presi solo 50mila docenti per sostituire quelli che andranno in pensione. E’ da tempo che chiediamo di accelerare le assunzioni e prendere più tempo per discutere gli altri punti della riforma. Il voto sul ddl doveva partire oggi e invece è saltato tutto. Che vergogna”.

LA MINORANZA DEM – Il tema della riforma della scuola è da mesi uno dei fronti aperti tra renziani e minoranza Pd. Infatti Miguel Gotor, traccia una linea più simile a quella delle opposizioni che non a quella del segretario del suo partito: “Bene la pausa di riflessione voluta da Renzi. Impieghiamo questo tempo per cambiare gli aspetti che non vanno del provvedimento e per ascoltare il mondo della scuola. L’assunzione dei precari può essere fatta per decreto – in questi due anni ne abbiamo fatti tanto – avendo evidenti caratteri di necessità e urgenza perché è prioritario garantire un ordinato inizio dell’anno scolastico”. Durante la riunione tra i membri Pd della commissione Istruzione e la relatrice, Francesca Puglisi, i due senatori della minoranza Walter Tocci e Corradino Mineo sono tornati a chiedere lo stralcio dell’articolo.

M5S: “NON PUO’ FARE QUELLO CHE GLI PARE” – Stessa linea anche per il Movimento 5 Stelle, dove la senatrice Manuela Serra ribadisce: “Alla Camera abbiamo chiesto subito uno stralcio sulle assunzioni, che abbiamo riproposto al Senato. Un modo per garantire il posto a tutti gli insegnanti nelle graduatorie a esaurimento già dal prossimo anno scolastico. Ma il governo non ha mai preso sul serio l’ipotesi. Nella legge di stabilità è stato previsto un miliardo di euro in più proprio per il piano assunzioni, eRenzi fa finta di niente? Un premier non puó fare quello che gli pare”.

GLI ANNUNCI DI RENZI SULLE ASSUNZIONI – Giusto tre mesi fa, era il 14 marzo in sede di Consiglio dei ministri, il premier aveva sfidato il Parlamento a fare bene, ma soprattutto a fare “presto, perché l’Italia non ha tempo da perdere” riferendosi ai centomila precari che il ddl sulla “Buona scuola” prevede siano assunti da settembre. Lo aveva promesso anche dieci giorni prima, sempre durante un Cdm: “Non c’è alcun rischio che slittino le assunzioni”. E ancora: “Non c’è alcun passo indietro del Governo”, garantendo che le coperture ci sono, sia per quest’anno (un miliardo) sia a regime (tre miliardi nel 2016). E mettendo subito le mani in avanti contro possibili critiche. “È abbastanza sorprendente: se facciamo da soli siamo ‘dittatorelli’, se facciamo i decreti siamo antidemocratici, se facciamo i ddl non siamo abbastanza spediti, siamo in ritardo. Si tratta di un dialogo surreale. Diamoci pace e troviamo una via di mezzo”.