SsangYong Italia vuole riscattare la sua immagine con questa nuova piccola Suv dalla linea gradevole e dalle dotazioni moderne. Su strada, però, la Tivoli ha ancora molto da imparare dalle concorrenti. Difficile chiudere un occhio, visto il listino per nulla "low cost"
Be different, sii differente. Con questo ritornello SsangYong Italia cerca di trasformare una debolezza – il marchio poco noto – in un punto di forza, proponendo la sua nuova Tivoli come la macchina per chi vuole distinguersi. Non per i consumatori assuefatti all’esibizione del marchio, dice il direttore marketing Maurizio Melzi, ma per chi ne scopre di nuovi, perché “affrancarsi dai blasoni è forse l’unica forma di esclusività che ci è rimasta”. Un triplo salto mortale, a livello comunicativo, che serve a spiegare al pubblico perché dovrebbe scegliere la SsangYong, un nome che nei pochi che lo conoscono evoca l’immagine di alcuni fuoristrada e pick-up dalla linea discutibile.
In realtà, da quando la Casa coreana arrivò per la prima volta in Italia nel 2003 – allora come oggi non attraverso l’importatore Koelliker – le cose sono molto cambiate. Dopo alterne vicende, la SsangYong è approdata sotto il controllo dell’indiana Mahindra&Mahindra, della cui supervisione la Tivoli è il primo frutto. E le differenze rispetto alle varie Actyon e Rexton si vedono: la Tivoli è un modello al passo con i tempi, con scocca portante (come già la Korando) e dotazioni tecnologiche adeguate. Ma non è ancora abbastanza. E non tanto dal punto di vista del design (made in Korea) o della finitura degli interni, che tutto sommato non sono male, se si chiude un occhio sui materiali.
Dove ancora si percepisce il distacco dei concorrenti è nel comportamento su strada. Il motore 1.6 a benzina, almeno nell’abbinamento con il cambio manuale che abbiamo provato nei dintorni di Roma (verso Tivoli, appunto) è vuoto ai bassi regimi e dimostra di avere poco spunto in molte situazioni di guida, nonostante i 128 CV. Lo sterzo è un po’ vago, gli specchietti fanno rumore in autostrada; il volante non è regolabile in profondità, ma solo in altezza, e il poggiatesta prominente costringe a una posizione poco confortevole. Nel complesso, la Tivoli non è un’auto che mette a proprio agio: alla SsangYong manca ancora un po’ dell’esperienza che gli altri costruttori (anche coreani) hanno accumulato sui mercati occidentali.
Mancanze forse perdonabili per alcuni consumatori, se la Casa avesse scelto il basso profilo di un listino low cost simile a quello della Dacia Duster. Invece l’ambizione della SsangYong le fa sottovalutare il confronto con la concorrenza: la Tivoli vuole essere un’auto “trendy” (fra gli accessori, per esempio, figura l’ormai omnipresente vernice bicolore con tetto a contrasto), offre allestimenti abbastanza completi (di serie clima, specchi regolabili elettricamente, cruise control, assistenza alla partenza in salita) e di conseguenza si posiziona sul mercato con prezzi che partono da circa 16.000 euro e arrivano a quasi 25.000 per la versione diesel 4×4 automatica. In linea, quindi, con quello di Nissan Juke, Peugeot 2008 o Renault Captur. Ma, a parità di prezzo, c’è proprio da chiedersi perché arrischiarsi a essere “different”.
SsangYong Tivoli – la scheda
Che cos’è: è la prima Suv piccola (segmento B) del costruttore coreano
Principali concorrenti: Nissan Juke, Opel Mokka, Ford EcoSport, Peugeot 2008, Renault Captur, Skoda Yeti, Suzuki Vitara
Dimensioni: lunghezza 4,2 metri, larghezza 1,8, altezza 1,59
Massa: a partire da 1.345 kg (conducente incluso)
Motori a benzina: 1.6 da 128 CV (anche bifuel benzina-Gpl)
Motori diesel: 1.6 da 115 CV
Cambi: manuale a sei marce o automatico a sei marce
Trazione: anteriore o integrale
La versione che consuma meno: la diesel manuale a trazione anteriore, omologata per consumi di 4,3 litri/100 km ed emissioni di CO2 di 113 g/km
Pregi: molto spazio per gambe e testa dei passeggeri posteriori, interni dal design gradevole, nel complesso un enorme passo in avanti per la Casa
Difetti: motore fiacco, sterzo dal feeling artificiale, volante non regolabile in profondità, gradino nel portabagagli, molti fruscii aerodinamici a velocità Codice
Produzione: Corea
Prezzi: da 15.950 euro (1.6 benzina nell’allestimento base Start) a 21.350 euro (1.6 diesel o benzina-Gpl nell’allestimento top Be). Il cambio automatico costa 1.800 euro, la trazione integrale altri 1.800
Previsioni di vendita: 3.500 esemplari l’anno in Italia
In vendita: dal 13 giugno la versione a benzina. La bifuel benzina-Gpl arriva a luglio, la diesel a settembre