L'ex presidente della Lombardia dovrà pagare 5mila euro per lite temeraria e 7mila per spese processuali per aver citato in giudizio Milena Gabanelli, mentre l'ex presidente della Ferrari dovrà versare quasi 50mila euro di spese processuali per aver chiamato in causa Oscar Giannino e due cronisti del "Corriere dell'Umbria"
Chi di citazione ferisce di citazione a volte perisce. E così capita che chi chieda i danni ai giornalisti, contro cui spesso sono brandite come armi di intimidazione le vie legali (penali e civili), non solo perda ma venga condannato a pagare per la cosiddetta lite temeraria. Ne sanno qualcosa Roberto Formigoni e Luca Cordero di Montezemolo, come riporta il Corriere della Sera, che avevano rispettivamente citato Milena Gabanelli e Oscar Giannino. All’ex presidente della Lombardia e oggi senatore e presidente della commissione Agricoltura è stata inflitta una sanzione di 5mila euro, mentre l’ex presidente della Ferrari, che voleva 800mila euro di danni, dovrà sborsare agli avversari spese processuali per quasi 50mila.
L’ex governatore, coinvolto in più inchiesta, aveva chiesto conto di quanto contenuto in una puntata di Report intitolata “Il Papa re” il 4 novembre 2012 sui Rai3. Ma il giudice, dopo aver verificato che i fatti riferiti erano stati riportati in base ad atti non più coperti da segreto, ha accolto la richiesta dell’avvocato Caterina Malavenda di sanzionare l’esponente Ncd anche con oltre 7 mila di spese di giudizio.
Montezemolo, invece, voleva 700mila euro da Oscar Giannino e 100 mila da due giornalisti del “Corriere dell’Umbria” che nel febbraio 2013 avevano scritto di un comizio del giornalista allora candidato nel movimento “Fare – Per fermare il declino” in cui si parlava di “spartizione di poltrone” e di “seggi sicuri”»; e poi sul mancato accordo con i “montiani” aggiungeva “che si era confrontato anche con Montezemolo», leader di Italia Futura. Il giudice ha ritenuto che, in considerazione del “sistema elettorale” che “non prevedeva la possibilità di esprimere preferenze” risultava “decisiva la posizione assunta all’interno delle varie liste per l’assegnazione dei probabili seggi in Parlamento”, pe ril magistrato i presenti quindi non avrebbero potuto considerare le parole di Giannino come un’accusa. E così il giornalista, difeso dall’avvocato Carlo Melzi d’Eril, è uscito indenne dalla citazione, e i cronisti presenti “hanno del tutto legittimamente dato la notizia”. In questo caso il giudice ha condannato Montezemolo al solo pagamento di 24 mila euro di spese processuali a favore di Giannino e altri 24 mila a favore dei cronisti umbri.