poco più di un mese dalla morte di Maurantonio, le indagini, condotte dalla Squadra Mobile e coordinate dal procuratore aggiunto di Milano Alberto Nobili e dai pm Claudio Gittardi e Giancarla Serafini, tenderebbero, da quanto si è appreso, ad escludere che, quando Domenico è volato giù, fosse presente con lui vicino alla finestra una seconda persona
Forse era solo, forse è stato un incidente. Domenico Maurantonio, lo studente padovano morto a Milano lo scorso 10 maggio dopo essere volato dal quinto piano dell’hotel dove era in gita con la classe, non sarebbe stato in compagnia quando è precipitato dalla finestra.
È l’ipotesi di inquirenti e investigatori allo stato attuale delle indagini, che escluderebbero la presenza di altre persone. A poco più di un mese dalla morte di Maurantonio, le indagini, condotte dalla Squadra Mobile e coordinate dal procuratore aggiunto di Milano Alberto Nobili e dai pm Claudio Gittardi e Giancarla Serafini, tenderebbero, da quanto si è appreso, ad escludere che, quando Domenico è volato giù, fosse presente con lui vicino alla finestra una seconda persona.
È quanto emergerebbe dagli elementi raccolti finora dagli investigatori, tra cui intercettazioni (sono stati anche analizzati i messaggi WhatsApp dei compagni di classe) e verbali di testimonianze. Nessun ospite dell’albergo, tra l’altro, ha sentito urla o confusione in quel corridoio dell’hotel nelle prime ore del mattino (Maurantonio sarebbe morto tra le 5.30 e le 7).
Quando saranno completate le analisi genetiche e tossicologiche e la sperimentazione cinetica sulla caduta ritenuta “a piombo”, e cioè rasente il muro dell’ala dell’albergo, si potrà avere anche un’idea più chiara della posizione di Domenico rispetto alla finestra quando è caduto, ossia se fosse, ad esempio, seduto o in piedi sul davanzale. Devono essere ancora terminati anche gli accertamenti sul Dna trovato sotto le sue unghie, mentre non sarebbero state trovate tracce di materiale biologico sul livido riscontrato su un braccio dello studente. Al momento verrebbe escluso che il livido sia stato provocato da qualcuno nel tentativo di trattenere il braccio. Si tratta, comunque, secondo le analisi, di un’ecchimosi “importante”, ma che nessuno avrebbe notato nelle ore precedenti. Sarà da stabilire se anche quel livido possa essere collegato alla caduta.
Infine, dalle tante testimonianze raccolte, tra cui quelle dei genitori (si sono presentati in Procura tre giorni fa), non sarebbero emersi motivi di una volontà suicida e gli inquirenti continuano ad indagare su qualche anomalo comportamento da parte del giovane, che aveva bevuto alcolici, nel corso della nottata. Il ragazzo si era sicuramente sentito male, tanto che nel corridoio sono state trovate feci. Sulle ragioni del volo dalla finestra, in ogni caso, non ci sono ancora elementi chiari.