Il giornalista presenta l'ultima puntata in diretta da Largo Annigoni a Firenze e si rivolge al presidente del Consiglio che, nonostante fosse stato invitato, ha deciso di non partecipare. E poi chiude ringraziando i telespettatori: "Grazie per avermi fatto entrare nelle vostre case"
“Matteo Renzi mi ha telefonato prima dell’inizio del programma, ma non è qui in piazza con noi. Sappiamo che preferisce Denis Verdini a Maurizio Landini”. Michele Santoro ha presentato così l’ultima puntata di Servizio Pubblico, in diretta da Largo Annigoni a Firenze. Il presidente del Consiglio era tra gli ospiti previsti della trasmissione, ma ha declinato l’invito. “In piazza poteva esserci e invece ancora una volta ha deciso di non venire”, ha continuato il giornalista. “Mi ha chiamato per farmi un ‘in bocca al lupo’ per il mio futuro, ma sono io che voglio farlo a lui. Faremo un’altra puntata a Pontassieve e lo inviteremo ancora, ma con un’avvertenza: a noi ‘u presepe nun ce piace’, a noi piace il rosso“.
Come per “Tutti in piedi” nel 2011 e “Rai per una notte” nel 2010, sul palco intervengono i volti più noti del programma di Michele Santoro: da Sandro Ruotolo a Marco Travaglio, fino a Vauro e Giulia Innocenzi. Presenti anche numerosi ospiti: tra questi Franco Battiato, Bianca Berlinguer, Cristiano De Andrè, Teresa De Sio, Sabrina Ferilli, Monica Guerritore, J-Ax, Maurizio Landini, Gad Lerner, Alessandro Mannarino, Tomaso Montanari, Alba Parietti e Nicola Piovani.
Nel suo monologo iniziale Santoro ha ringraziato i telespettatori e ripercorso le tappe di “Servizio Pubblico”: “Veramente pensate che io sia un tribuno?”, ha detto. “Sono soltanto un corpo usato come una macchina da scrivere che va in scena con quello che vede e anche con quello che pensa. Prima di me Zavoli, Biagi che erano perfetti e impeccabili, poi è arrivata la mia banda con le sue telecamere storte e le sue incursioni. E poi c’è stata la piazza che ha frantumato lo schermo con le sue verità. In tanti ci hanno imitati, ma non si può imitare la verità”.
Santoro ha poi citato alcuni dei momenti più importanti degli ultimi anni, tutti documentati dai servizi e i reportage della sua redazione: “Noi siamo quelli che furono chiamati servi di Milosevic, quelli che raccontavano i morti di una guerra illegale. Siamo noi Buscetta e Spatuzza. Siamo noi Patrizia D’Addario, una prostituta che chiese al mondo: ma voi vi fareste governare da una prostituta? E allora da un pensionato che va con una prostituta? Siamo noi i referendum, quelli per dare ai cittadini il potere di scegliere, quelli dell’acqua e del nucleare, quelli della vita, quelli che anche Grillo pensava contassero poco. Così pensava anche dell’elezione di De Magistris e Pisapia: e invece fu un terremoto”.
Santoro ha poi attaccato il Partito democratico che “rimase fermo” davanti ai cambiamenti della scena politica italiana. “Non cambiò niente”, ha continuato, “e i suoi voti volarono via. Quel Pd se ne fregava degli immigrati usati come schiavi. Per costruire le grandi realizzazioni di Milano: la nuova fiera e l’Expo sono stati costruiti con il lavoro nero degli immigrati”. Infine è tornato a parlare della campagna elettorale per le elezioni politiche del 2013: “Per vincere Bersani non venne ospite a Servizio Pubblico, rimase a Bettola e perse le elezioni anche a Bettola. Venne invece Berlusconi e tutti a dirmi: ‘Non farlo parlare’, come se noi non fossimo macchine da scrivere, e invece siamo nati dalla volontà di persone che volevano la libertà d’espressione. Se il censore che ci ha cacciato da tutte le televisioni e se chi possiede centinaia di tv chiede a noi di esercitare il diritto di parola, allora significa che ha perso. E qualunque cosa sarebbe accaduta aveva già perso. E invece i giornali, invece Bersani, Grillo dissero: ha vinto. E cosa aveva fatto? Ha spolverato una sedia”.
Il giornalista ha poi concluso ringraziando i telespettatori: “Sono qui per dirvi grazie, qualunque cosa abbiate pensato di me. Perché mi avete fatto rientrare nelle vostre case. Ma io continuo a pensare che gli italiani sono un po’ coglioni. Anche quelli che porto più vicino al cuore. Perché in Italia per la prima volta la destra perde, mentre il Pd e il M5S insieme hanno il 60 per cento. Controllano Senato e Camera, possono fare tutte le leggi che vogliono fare da tanto tempo e rivoltare l’Italia come un calzino. E cosa ci dicono? Che ha vinto B per una trasmissione televisiva”.