In altri casi sarebbe normale, se a farlo però è il gruppo Volkswagen, è una notizia. I tedeschi rallentano ancora: a maggio le vendite globali hanno raggiunto le 858 mila unità, il 2,6% in meno rispetto allo stesso mese del 2014. E’ il secondo mese consecutivo che il gruppo di Wolfsburg mostra un segno meno: ad aprile, dopo 4 anni e mezzo consecutivi di crescita, si era già registrato un -1,3%.
Il calo è da imputare in particolare al marchio Volkswagen che vale circa il 60% delle vendite complessive e che a maggio ha perso il 5,9%. In negativo anche i veicoli industriali di Man e Scania, i loro volumi ridotti però non influiscono in modo determinante sul risultato finale. Per i tedeschi, la colpa sarebbe riconducibile al rallentamento del mercato russo e sudamericano e della “nuova normalità” in Cina.
A questo punto si prospetta quello che avevamo già scritto: il 2015, per il gruppo Volkswagen, sarà un anno di transizione. Tanto che gli stessi tedeschi, alla presentazione dei risultati finanziari relativi al 2014, non avevano indicato alcun obiettivo per l’anno in corso.
Cautela che, secondo quanto ha scritto la Reuters, potrebbe non salvare il posto al giovane responsabile delle vendite del gruppo Christian Klingler, pupillo del destituito Ferdinand Piech, ex numero uno e padre-padrone assoluto Volkswagen. Tanto più se, secondo il quotidiano economico tedesco Handelsblatt, il gruppo tedesco potrebbe essere diviso a breve in 4 holding, una con Volkswagen (a capo), Seat e Skoda, una con Audi (a capo), Lamborghini e Ducati, una del lusso con Porsche (a capo), Bugatti e Bentley e l’ultima sui veicoli commerciali e industriali con VW Commercial, Scania e Man. A quel punto, con le 4 holding, il ruolo di Klingler forse cesserà di avere senso. Ma sarà sufficiente?