Difficile assistere a un valzer austriaco. Il circuito di Spielberg (l’ex storico Osterreichring, tornato in calendario nel 2014 dopo dieci anni di assenza) è tra i più corti in assoluto, molto lento, ed è quasi impossibile sorpassare. L’unica speranza per rendere più incerta la gara è la pioggia, prevista già per le qualifiche di sabato e poi per il GP di domenica. Altrimenti chi parte davanti arriva prima al traguardo, doppia sosta permettendo. L’anno scorso, in realtà, in prima fila partì la Williams di Massa, ma il team che avrebbe dovuto essere la sorpresa di questa stagione non ha mantenuto le attese. Anzi. E così, l’ottava gara della stagione sarà, con tutta probabilità, il solito affare a due tra le Mercedes di Lewis Hamilton, 4 vittorie stagionali, e di Nico Rosberg, 2 vittorie stagionali. Dopo le prove libere del venerdì e di sabato mattina, le qualifiche saranno sabato pomeriggio alle 14 (diretta Sky) e la gara domenica sempre alle 14 (diretta Sky, differita Rai2 alle 18.30).

Al cannibale Hamilton, il cui stile di dominio tecnico e psicologico del Circus è ogni giorno più impeccabile, basterebbe anche un podio per restare in testa alla classifica piloti, per eguagliare il record di Fernando Alonso di quindici podi consecutivi e puntare al record assoluto di Michael Schumacher di diciotto. Rosberg, invece, che qui in Austria ha vinto lo scorso anno, deve per forza vincere, se vuole riaprire la stagione con i fatti oltre che con le parole. La Ferrari – che promette continui aggiornamenti a partire da domenica – se non farà qualifiche straordinarie, può appunto sperare solo nella pioggia, o nella strategia del doppio cambio gomme (soft e supersoft) necessario in Austria, sperando magari in un’altra catastrofe dei box Mercedes tipo Montecarlo. Tanto che a Maranello, oramai, si parla già di mercato piloti per la prossima stagione. Confermatissimo Seb Vettel, il team principal Maurizio Arrivabene a proposito del futuro di Kimi Raikkonen è stato lapidario: “Il sostituto lo troviamo in un minuto”.

E allora ecco che salgono le quotazioni di Nico Hulkenberg. Il pilota tedesco non sta facendo una stagione brillantissima, per colpa della crisi nera della Force India, ma domenica 14 giugno, al debutto sul circuito, ha vinto alla guida della Porsche 919 la mitica 24 Ore di Le Mans, dove da un quarto di secolo non vinceva un pilota in attività anche in Formula Uno. Arrivabene ha anche risposto per le rime ai consueti attacchi dell’ex Fernando Alonso, che ieri ha ufficialmente gettato la spugna sulla pessima stagione della McLaren: “Meglio concentrarsi sul 2016”. Il circuito di Spielberg si chiama ufficialmente Red Bull Ring, ma la scuderia della nota bevanda anche quest’anno partirà da dietro.

Le ultime indiscrezioni che arrivano dall’Inghilterra sono che la Red Bull, oramai scontenta dei motori Renault con cui ha fatto la storica quadripletta, stia trattando per avere, dal 2017, i motori Ferrari. I lunghi rettilinei hanno fatto sì che nella storia dei ventotto GP d’Austria, ben undici siano finti con un distacco tra il vincitore e il secondo inferiore ai cinque secondi: storico quello dell’82 in cui Elio de Angelis ha battuto Keke Rosberg per soli cinque centesimi.

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